Il 24 giugno si aprirà una fase cruciale per trenta ex dipendenti della Vibac di Termoli, con la prima udienza del ricorso presentato contro la procedura di licenziamento collettivo innescata a gennaio. L’azione legale, supportata dalla Filctem-Cgil, solleva interrogativi significativi sulla correttezza e la conformità alla legge delle misure adottate dall’azienda, con l’obiettivo di contestare la legittimità della procedura stessa.La disputa si colloca all’interno di un panorama di contrasti sindacali profondi, culminati nella decisione della Filctem-Cgil di rifiutare la firma dell’accordo relativo ai licenziamenti. Questa scelta sindacale non è casuale, ma riflette una critica radicale alla gestione aziendale. Il sindacato mette in discussione l’assenza di una visione strategica chiara e sostenibile per il futuro dell’azienda – un piano industriale credibile – e denuncia un utilizzo percepito come distorto dei meccanismi di ammortizzatori sociali, strumenti concepiti per attutire l’impatto di crisi economiche e favorire la riqualificazione professionale dei lavoratori.Il cuore della controversia risiede nella presunta violazione dei principi di equità e trasparenza che devono guidare le procedure di licenziamento collettivo. I lavoratori sostengono che i criteri di selezione dei dipendenti da escludere dalla forza lavoro non siano stati applicati in modo oggettivo e non discriminatorio, sollevando dubbi sulla validità delle motivazioni addotte dall’azienda.L’esito di questo contenzioso giudiziario assume un’importanza che va ben oltre il singolo caso. Potrebbe costituire un precedente significativo per la tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti e definire nuovi standard per la gestione delle crisi industriali nel settore, influenzando le relazioni tra aziende e sindacati. La decisione del giudice del lavoro di Vercelli potrebbe ridefinire i limiti dell’azione imprenditoriale in situazioni di difficoltà economica e rafforzare il ruolo del sindacato nella difesa dei lavoratori.L’avvocato Pietro D’Adamo e Mauro Plescia, rappresentanti dei lavoratori, sottolineano come la costituzione in giudizio dei dipendenti rappresenti un atto di resistenza e una rivendicazione di giustizia. In una mossa inusuale e complessa, i lavoratori chiedono in via riconvenzionale non solo l’annullamento dei licenziamenti, ma anche la dichiarazione di illegittimità della procedura stessa, contestualmente all’azione promossa dall’azienda stessa al Tribunale di Vercelli per ottenere il riconoscimento della legittimità dei licenziamenti. Questa sovrapposizione di azioni legali evidenzia l’estrema complessità della situazione e l’intenso conflitto di interessi in gioco. Il processo si preannuncia quindi come un banco di prova cruciale per l’applicazione dei principi fondamentali del diritto del lavoro e la protezione dei diritti dei lavoratori in un contesto economico sempre più complesso e incerto.
Vibac Termoli: Inizia la battaglia legale per i 30 ex dipendenti
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