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Il regista di Mad Max e l’IA nel cinema: “Non possiamo fermare l’onda”

(Adnkronos) – Nel mondo del cinema, l’intelligenza artificiale continua a suscitare entusiasmi e paure in egual misura. La presentazione di Tilly Norwood, la prima “attrice” digitale di Hollywood, ha scatenato una valanga di proteste da parte dei sindacati di categoria, ancora scossi dallo sciopero record del 2023 contro l’uso non regolamentato delle tecnologie generative. Intanto, in Australia, persino la Productivity Commission è stata accusata di sottovalutare l’impatto potenzialmente devastante dell’IA sull’industria creativa nazionale. Durante l’ultimo Festival di Cannes, il tema ha infiammato le discussioni tra autori e produttori: l’IA minaccia posti di lavoro, diritti d’autore e, secondo alcuni, l’integrità stessa del processo creativo. Ma non tutti condividono questa visione apocalittica: George Miller, il regista e produttore di Mad Max, guiderà la giuria del nuovo Omni 1.0 AI Film Festival, primo festival australiano interamente dedicato a opere realizzate con l’intelligenza artificiale. “L’IA è probabilmente lo strumento più dinamico che il cinema abbia mai conosciuto”, ha spiegato Miller al Guardian. “Da regista, sono sempre stato attratto dagli strumenti. L’intelligenza artificiale è qui per restare, e cambierà le regole del gioco”. Miller racconta di aver accettato l’incarico per “curiosità intellettuale”, ma anche per esplorare una questione più profonda: come sta cambiando il concetto stesso di autorialità nell’era digitale. “Il vero nodo è l’equilibrio tra creatività umana e capacità della macchina,” riflette. “È un dibattito che ricorda quelli di altre epoche: la nascita della pittura a olio nel Rinascimento, o l’arrivo della fotografia nell’Ottocento. L’arte è sempre cambiata, ma non è mai scomparsa.” Il festival, ideato da Aryeh Sternberg e Travis Rice, punta a fare dell’Australia un polo internazionale per il cinema IA. L’obiettivo è ambizioso: creare uno spazio in cui registi, artisti e tecnologi possano confrontarsi su come le storie nascono e si evolvono quando la fantasia umana incontra la potenza del machine learning. Ogni film in concorso sarà sottoposto a controlli rigorosi contro il plagio e a standard etici stringenti, per garantire che l’innovazione tecnologica non prevalga sull’integrità artistica. Secondo Rice, la qualità delle opere cresce a ritmo vertiginoso: “Rispetto alla nostra anteprima, l’Omni 0.5 di aprile, i film che stiamo ricevendo ora potrebbero tranquillamente essere proiettati su piattaforme come Netflix o HBO”. Miller, da parte sua, dice che cercherà nei film una cosa sola: l’emozione. “Non la novità tecnica, ma la capacità di restare nella mente dello spettatore. Ci sono film che dimentichi appena arrivi al parcheggio, e altri che ti accompagnano per tutta la vita”. Per Rice, il rischio di un cinema senz’anima non riguarda solo l’intelligenza artificiale. “C’è già un’enorme quantità di contenuti umani vuoti, superficiali e privi di senso. Noi vogliamo storie che abbiano qualcosa da dire, non demo tecnologiche o meme virali”. Se l’IA non potrà mai replicare del tutto la magia dell’interazione tra attori, registi e sceneggiatori, Miller ne riconosce il potere democratizzante. “Permetterà a chiunque di raccontare storie. Conosco ragazzi di dodici anni che realizzano cortometraggi con l’IA, senza budget o finanziamenti. È un cambiamento radicale”. Rice aggiunge che l’intelligenza artificiale può dare voce anche a chi vive in contesti oppressivi: “Abbiamo ricevuto un film dalla Malesia sulla corruzione della polizia, una storia che sarebbe pericolosa da girare lì senza IA”. Quanto al timore che l'IA possa sostituire i professionisti, Miller adotta una prospettiva evolutiva. “Il primo Mad Max aveva 30 persone nei titoli di coda. Furiosa ne ha oltre mille, molti dei quali lavorano sugli effetti digitali. Le cose cambiano, si adattano. È sempre stato così”. Eppure, conclude con una riflessione che sembra mettere un punto fermo al dibattito: “Puoi ricreare il volto e la voce di Marlon Brando, ma non potrai mai avere la sua essenza. Le emozioni nascono dalla collaborazione, dal rapporto umano. E quella scintilla, nessuna macchina potrà mai simularla davvero”. 
—tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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