23 maggio 2024 – 08:59
Baris Boyun si erge con fierezza su una scrivania luccicante, circondato da sedie di velluto e con la bandiera turca come sfondo. Nei messaggi rinvenuti sui computer, promuove idee contrarie all’uso di droghe sintetiche, consolidando la sua immagine di potenza con video in cui il suo gruppo criminale viene mostrato con armi pesanti o impegnato in brutali attacchi. “Ho cominciato a uccidere per vendetta, provengo dalle strade e un giorno morirò per le strade”, racconta di seeacute;. Un autoritratto non solo di un capo criminale ma anche politico.Il suo arresto avvenuto ieri all’alba a Viterbo insieme ad altre 17 persone, principalmente turchi ma anche un italiano, segna la fine – secondo gli investigatori – di un’organizzazione spietata e altamente criminale, estremamente ramificata e infiltrata non solo in Italia ma anche all’estero e al di fuori dell’Europa. Gli arresti sono stati effettuati in diverse località tra l’Italia, la Bosnia e la Svizzera, incluso uno a Rotterdam. Sono loro contestati numerosi reati tra cui associazione a delinquere armata, attentato terroristico e omicidio.La rete criminale è accusata anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dimostrando così la vastità delle sue attività illegali che hanno colpito non solo il territorio italiano ma si sono estese ben oltre i confini nazionali. La cattura di Baris Boyun rappresenta un importante successo nella lotta contro il crimine organizzato internazionale e testimonia l’impegno delle autorità nel contrastare fenomeni criminali così pericolosi e diffusi.