“Carefluencers”: il lato oscuro dell’accudimento sui social media

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I “carefluencers” sono figure che condividono le esperienze della loro vita da caregiver attraverso i social media, offrendo consigli, spunti di riflessione e mostrando la quotidianità dell’accudimento di genitori anziani, nonni, coniugi o figli malati. Questi influencer cercano di normalizzare la propria esperienza e trovare supporto nella comunità online. Tuttavia, l’uso dei social media può portare a una visione distorta della realtà del caregiving, trasformandola in una competizione per dimostrare resilienza emotiva e attirare più follower.Secondo gli esperti, i social media possono aumentare la consapevolezza sull’importanza del caregiving ma allo stesso tempo rischiano di promuovere un’immagine idealizzata e non sempre veritiera della cura. Inoltre, c’è il pericolo che i consigli offerti dai carefluencers siano influenzati da interessi commerciali legati a sponsorizzazioni da parte di aziende farmaceutiche.Loredana Ligabue sottolinea che sebbene i social possano essere utili per cercare supporto e condividere esperienze, espongono anche le persone in difficoltà a rischi come la deriva patologica e la condivisione esasperata solo per ottenere più visibilità online. La vera necessità dei caregiver è quella di incontri faccia a faccia per rompere l’isolamento e ricevere sostegno concreto.Inoltre, è importante considerare che l’uso eccessivo dei social media potrebbe far passare in secondo piano i veri problemi sistemici affrontati dai caregiver, come la mancanza di supporto e risorse adeguate. Diffondere informazioni errate sulla malattia degli assistiti potrebbe creare confusione e mettere ulteriormente sotto pressione chi si occupa di loro.Marina Petrini evidenzia che il caregiver deve affrontare lo stress legato alla cura in modo individuale e che le donne caregiver sono più soggette alla depressione rispetto agli uomini, con ripercussioni sul sistema immunitario. È importante trovare un equilibrio tra l’utilizzo dei social media per ottenere supporto emotivo e la necessità di interazioni reali per affrontare le sfide quotidiane del caregiving in modo efficace.

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