Durante la discussione sul ddl sicurezza, il governo ha accolto l’ordine del giorno presentato dal leghista Igor Iezzi riguardante l’istituzione di una commissione o di un tavolo tecnico che possa valutare, nel rispetto dei principi costituzionali, la possibilità per i condannati per reati di violenza sessuale di aderire volontariamente a percorsi di assistenza sanitaria. Questi percorsi includerebbero sia trattamenti psichiatrici che farmacologici, compresa la potenziale terapia con “blocco androgenico”. Questo tavolo affronta il delicato tema della castrazione chimica, inizialmente proposto da Iezzi durante l’estate. La proposta solleva questioni etiche e legali importanti, poiché coinvolge la sfera dei diritti individuali e della tutela della società. La discussione su questo argomento richiede un approccio attento e ponderato, considerando sia gli interessi delle vittime che quelli dei condannati. Si tratta di una questione complessa che richiede un dibattito approfondito e basato su evidenze scientifiche e valori fondamentali della nostra Costituzione.
Castrazione chimica per condannati per reati sessuali: il delicato dibattito etico-legale
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