lunedì 1 Settembre 2025
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Abusi a Capo Piccolo: la Capitaneria di Porto fa ripristinare il demanio.

L’azione decisa della Capitaneria di Porto di Crotone, intervenuta nella suggestiva località di Capo Piccolo, all’interno del territorio di Isola Capo Rizzuto, ha portato alla rimozione di un’occupazione abusiva che, per dimensioni e impatto, solleva interrogativi significativi sulla gestione e la tutela del demanio marittimo.
La struttura, che si estendeva su un’area di oltre 600 metri quadrati, aveva installato 198 elementi di arredo balneare – ombrelloni, lettini e sdraio – alterando in maniera sostanziale l’aspetto naturale e l’accesso pubblico alla costa.
Questa vicenda, apparentemente un episodio isolato, si inserisce in un contesto più ampio di problematiche legate alla pressione antropica sulle coste italiane, spesso caratterizzate da una gestione permissiva che favorisce interessi privati a discapito della collettività.

L’occupazione abusiva del demanio marittimo, infatti, non rappresenta un fenomeno marginale, ma una costante che mina la legalità, compromette la fruibilità delle spiagge per i cittadini e danneggia l’ambiente.

La denuncia in stato di libertà del titolare della struttura, sebbene necessaria per il rispetto delle procedure legali, è solo una parte della risposta.

È fondamentale, infatti, un’azione coordinata che coinvolga diversi attori: le autorità portuali, le amministrazioni locali, le forze dell’ordine e la magistratura.
Un controllo più rigoroso e una sanzione esemplare per i trasgressori sono essenziali per dissuadere ulteriori tentativi di occupazione illegale.

L’episodio di Capo Piccolo evidenzia anche la necessità di una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti, operatori turistici, residenti e visitatori.
La tutela del demanio marittimo non è solo una questione legale, ma un imperativo etico e ambientale.
La costa italiana, con la sua bellezza e la sua biodiversità, è un patrimonio da preservare per le generazioni future, garantendo un accesso equo e sostenibile per tutti.
Il ripristino dell’area demaniale occupata e la sua restituzione all’uso pubblico rappresentano un primo passo verso questa direzione, ma è necessario un impegno costante e una politica chiara per contrastare l’abusivismo e garantire la salvaguardia di uno dei tesori più preziosi del nostro Paese.
La vicenda sollecita una riflessione più ampia sulla pianificazione territoriale, sulla gestione delle risorse costiere e sulla necessità di un modello di sviluppo turistico più responsabile e attento all’ambiente.

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