Allevamento abusivo a Corigliano-Rossano: sequestrati cani e gatti

Un’operazione congiunta tra la Polizia Provinciale di Cosenza e l’associazione ambientalista Nucleo Operativo Ente Tutela Animali Ambiente (NOE TAA) ha portato alla scoperta e al sequestro di un allevamento abusivo di cani e gatti nelle campagne di Corigliano-Rossano.
L’intervento, scaturito da una segnalazione precisa, ha rivelato una situazione di grave trascuratezza e potenziale maltrattamento nei confronti di un numero considerevole di animali, sollevando interrogativi sulla responsabilità individuale e sulla necessità di rafforzare i controlli sul benessere animale.
Gli agenti dei distaccamenti di Mormanno e Corigliano-Rossano, coadiuvati da veterinari dell’ASL di Cosenza, hanno effettuato un’ispezione dettagliata dell’area, verificando le condizioni ambientali e lo stato di salute degli animali.
Il quadro emerso è stato particolarmente allarmante: i cani erano confinati in un’area priva di qualsiasi forma di riparo adeguato, esposta alle intemperie e caratterizzata da un terreno costantemente umido, trasformato in un pantano fangoso a causa delle deiezioni e dell’accumulo di rifiuti di ogni genere, inclusi oggetti metallici arrugginiti e materiali pericolosi.

L’esame veterinario ha evidenziato una serie di problematiche cliniche diffuse tra gli animali.
Lesioni alle zampe, indicative di possibili traumi o infiammazioni croniche, erano visibili in numerosi esemplari, mentre per alcuni cani si sospettano lesioni compatibili con morsi, suggerendo conflitti interni al gruppo e mancanza di cure appropriate.
La malnutrizione è apparsa come un problema diffuso, compromettendo lo sviluppo muscolare e la capacità di resistenza degli animali.

Anche i gatti, seppur in condizioni meno drastiche rispetto ai cani, presentavano segni di una detenzione incompatibile con le normative vigenti in materia di tutela del benessere animale.
La custodia giudiziale dei sette cani sequestrati è stata affidata a un funzionario comunale, che ne ha disposto il trasferimento in una struttura specializzata per cure e riabilitazione.
I gatti sono stati affidati all’associazione NOE TAA, che ha fornito assistenza durante le operazioni e continuerà a occuparsi del loro benessere.
Un ulteriore rilievo è stato la constatazione che i cani erano privi di microchip identificativo, violando l’obbligo di iscrizione all’anagrafe canina, un aspetto cruciale per il tracciamento degli animali e la prevenzione di fenomeni di abbandono.

L’indagine, ora in corso, mira a identificare le responsabilità di chi ha permesso che una situazione così critica si verificasse, con l’ipotesi di reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e maltrattamento.

Questo episodio pone l’accento sulla fragilità degli animali e sull’importanza di un impegno costante da parte delle istituzioni e dei cittadini per garantire loro una vita dignitosa e rispettosa delle loro esigenze biologiche e psicologiche.
La sensibilizzazione e l’educazione al rispetto degli animali rappresentano, quindi, strumenti fondamentali per prevenire il ripetersi di simili episodi e promuovere una cultura di responsabilità verso il patrimonio zootecnico locale.

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