Il Tribunale per le misure di libertà personale di Catanzaro ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di applicazione della custodia cautelare domiciliare a carico del Dott.
Vincenzo Scorcia, primario di oculistica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Dulbecco” di Catanzaro.
La decisione, che pone fine a un primo atto procedurale segnato da incertezze, è stata accolta in seguito a un’istanza presentata dai legali del primario, gli avvocati Francesco Gambardella e Andrea Carnevali, sollevando interrogativi sulla solidità delle prove emerse finora.
L’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, coinvolge complessivamente dodici individui e verte su presunte irregolarità all’interno del servizio di oculistica dell’ospedale universitario.
Il Dott.
Scorcia è accusato di reati di allusione, un crimine che sottende una coercizione illecita volta a ottenere vantaggi indebiti, di frode, consistente nell’inganno finalizzato ad acquisire benefici patrimoniali, e di peculato, configurabile come appropriazione indebita di risorse pubbliche a vantaggio personale o di terzi.
Secondo le ipotesi accusatorie, il primario, in posizione di apicale responsabilità all’interno del reparto, avrebbe sfruttato la propria autorità per favorire un gruppo ristretto di pazienti privati, manipolando le liste d’attesa per le visite specialistiche.
In cambio di tali agevolazioni, si presume che il Dott.
Scorcia abbia percepito somme di denaro di entità considerevole, generando un conflitto di interessi e compromettendo l’equità nell’accesso ai servizi sanitari pubblici.
L’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare non implica la presunzione di innocenza, ma segnala una fase di revisione delle prove a carico del primario.
Il Tribunale, valutando le argomentazioni difensive e l’urgenza della misura cautelare, ha ritenuto necessario un approfondimento delle indagini e una rivalutazione della gravità indiziaria.
La vicenda solleva delicate questioni etiche e professionali, gettando luce su possibili vulnerabilità all’interno del sistema sanitario e sulla necessità di garantire trasparenza e correttezza nell’erogazione dei servizi pubblici.
La vicenda rimane aperta e il futuro processo giudiziario sarà cruciale per accertare la verità dei fatti e per tutelare l’interesse collettivo.