In un contesto di crescente attenzione alla tutela del demanio marittimo e alla garanzia di un accesso equo alle spiagge libere, l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza a Cariati rappresenta un significativo esempio di vigilanza e contrasto all’abusivismo.
I militari, nell’ambito di una attività di controllo mirata a verificare la conformità delle attività balneari con le normative vigenti, hanno scoperto un’infrastruttura balneare non autorizzata, un effimero “lido” improvvisato su una porzione di spiaggia libera.
La scoperta non è frutto di una semplice ispezione formale, bensì di un’indagine sotto copertura, condotta da una squadra in borghese.
L’approccio, improntato alla discrezione e all’osservazione diretta, ha permesso di raccogliere elementi inconfutabili riguardo alla natura illecita dell’attività.
Gli investigatori, fingendosi potenziali clienti, hanno verificato l’assenza di qualsiasi titolo autorizzativo che legittimasse l’occupazione di un’estesa area di arenile, stimata in ben 1.500 metri quadrati.
La scena presentava caratteristiche tipiche di un’operazione commerciale mascherata da servizio balneare: un’uniformità quasi ossessiva di ombrelloni, sdraio e lettini, disposti in file ordinate e privi di qualsiasi elemento distintivo, suggeriva un’organizzazione volta a massimizzare il profitto a scapito del diritto di tutti i cittadini a fruire della spiaggia pubblica.
L’assenza di bagnini qualificati, di attrezzature di sicurezza e di documentazione relativa alla gestione della struttura, ha ulteriormente confermato la natura abusiva dell’iniziativa.
L’intervento delle autorità ha portato al sequestro del materiale presente sull’arenile, stimato in un valore complessivo di trentamila euro.
Tale importo, pur rappresentando un danno economico per gli organizzatori, è un mero riflesso del costo dei beni utilizzati per violare la legge e privare la collettività di un bene comune.
L’area è stata completamente sgomberata, restituendo la spiaggia alla sua naturale condizione di spazio pubblico accessibile a tutti.
Questa vicenda solleva questioni di rilevanza giuridica e sociale.
La gestione del demanio marittimo è regolata da una complessa normativa che mira a bilanciare gli interessi privati di chi intende svolgere attività commerciali con il diritto di tutti i cittadini a fruire del bene pubblico.
L’abusivismo erode questo equilibrio, creando disparità e pregiudizi a danno di chi opera nel rispetto delle regole.
L’azione della Guardia di Finanza, in questo contesto, si configura come un baluardo a difesa della legalità e della tutela del patrimonio demaniale, auspicando una maggiore consapevolezza da parte di tutti i fruitori e gestori delle spiagge.