Caulonia, tentata estorsione: la ‘ndrangheta prende di mira un cantiere.

Nella Locride, a Caulonia, un episodio di tentata estorsione con evidenti connotati mafiosi ha portato all’arresto di due individui, segnando un’ulteriore riemersione delle dinamiche criminali che affliggono il territorio.

L’obiettivo della richiesta estorsiva era un imprenditore coinvolto nella ristrutturazione di un edificio ecclesiastico, un bersaglio che, nella logica perversa della ‘ndrangheta, incarna la possibilità di prosciugare risorse economiche e consolidare il controllo sociale.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria sotto la direzione della Distrettuale Antimafia, hanno ricostruito un quadro inquietante.

La richiesta estorsiva, mascherata da apparente preoccupazione per le fasce più deboli della popolazione, si è concretizzata attraverso ripetute pressioni e intimidazioni rivolte agli operai ed all’imprenditore stesso.

Il 3 settembre, in assenza del titolare, i due indagati hanno sollecitato i lavoratori a organizzare un incontro, segnalando l’urgenza di un confronto.

Queste pressioni si sono protratte per diverse settimane, culminando il 22 settembre con l’intercettazione del furgone che trasportava le maestranze.
L’ennesima sollecitazione all’incontro, diretta a stabilire un contatto immediato con l’imprenditore, ha prefigurato la successiva, più esplicita, accusa rivolta direttamente all’imprenditore stesso all’interno del cantiere.
L’impianto accusatorio ha incluso un rimprovero per l’avvio dei lavori senza il preventivo assenso delle organizzazioni criminali, accompagnato dalla richiesta di un contributo economico, presentato come supporto a famiglie in difficoltà.

L’ammontare della somma pretesa, pari a ventimila euro, si poneva in rapporto con una percentuale – che normalmente oscilla tra il 4 e il 5% – applicata sull’intero valore dell’appalto, stimato in circa ottocentomila euro.

L’intensità delle azioni intimidatorie, l’organizzazione sottostante e l’esplicito riferimento a dinamiche di controllo del territorio hanno portato la DDA a disporre un provvedimento di fermo, che ha condotto all’applicazione della custodia cautelare in carcere per i due indagati, in attesa della convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari e dell’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare.

Questo episodio evidenzia come la ‘ndrangheta continui a infiltrarsi nel tessuto economico locale, sfruttando anche progetti di pubblica utilità e beni di valore simbolico come le chiese, per estorcere denaro e perpetuare il suo potere.

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