venerdì 1 Agosto 2025
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Don Panizza e l’eredità di Iantorno: un premio per il Sud

Il Premio Don Giovanni Iantorno 2025, prestigiosa attestazione di impegno civile e sociale nel Mezzogiorno, si è distinto quest’anno per l’assegnazione a Don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud, figura emblematica di resilienza e dedizione al prossimo.
La cerimonia, immersa nel contesto della rassegna “Frontiere Mediterranee”, ha visto il Comune di Sapri, scrigno di storia e identità, ospitare la celebrazione nell’aula consiliare, testimoniando l’importanza del riconoscimento.
Don Panizza, originario di Brescia ma profondamente radicato nel tessuto calabrese da decenni, incarna un modello di azione concreta a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione.

La sua opera, avviata nel 1976, si articola in un complesso sistema di supporto a persone con disabilità, minori in difficoltà, migranti e individui alle prese con la dipendenza da sostanze, un impegno che trascende l’assistenza materiale per abbracciare la promozione di dignità e opportunità.
La scelta coraggiosa del 2002, che ha visto la traslazione della sede della comunità in un bene confiscato alla ‘ndrangheta, rappresenta un atto di sfida profonda, un’affermazione di speranza contro l’oppressione criminale, un gesto simbolico di riconquista del territorio attraverso la costruzione di un futuro basato sulla legalità e sull’inclusione.
Il Premio Iantorno, sostenuto da un’ampia rete di istituzioni e associazioni – il Comune di Sapri, la Camera di Commercio di Salerno, la Fenailp e l’Associazione Terre del Bussento – onora la memoria di Don Giovanni Iantorno, sacerdote di riferimento per il Golfo di Policastro e guida carismatica della mobilitazione popolare del 1979, un momento cruciale nella difesa dell’ospedale dell’Immacolata, simbolo di un’intera comunità.

L’evento non è semplicemente un riconoscimento individuale, ma un tributo a un’eredità di lotta e impegno che continua a ispirare.
“Questo premio,” ha sottolineato il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, “è la nostra memoria collettiva, la linfa che nutre la nostra identità e la nostra capacità di guardare al futuro con speranza”.
La figura di Don Giovanni Iantorno, come quella di Don Panizza, emerge come un faro per le nuove generazioni, un monito a non arrendersi di fronte alle difficoltà e a perseguire un ideale di giustizia e solidarietà.
Don Panizza, commosso, ha espresso un profondo senso di affinità con la figura del premio, rilevando come l’azione concreta di Don Iantorno abbia incarnato i principi evangelici, scegliendo di schierarsi inequivocabilmente dalla parte di chi soffre e ha bisogno.
La sua testimonianza, radicata nel contesto storico e sociale del Sud, rappresenta un patrimonio inestimabile, un invito a coltivare valori di umanità e a costruire un futuro più giusto e inclusivo, dove la speranza possa trionfare sulle ombre del passato.
Il premio, dunque, si configura come un’occasione per riflettere sul significato profondo dell’impegno civile e sociale, e per rinnovare la promessa di un futuro migliore per il Mezzogiorno.

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