Un evento di cedimento franoso di notevole entità ha scosso la comunità di Tropea nella notte tra il 6 e il 7 giugno, interessando il versante roccioso prospiciente il Passo Cavaliere, un’area cruciale per l’accesso secondario alla rinomata spiaggia di Rocca Nettuno. La frana, che ha coinvolto una porzione significativa del costone, si è manifestata in prossimità della Scaletta del Parcheggio dei Carabinieri, accentuando la precarietà di una zona ad elevata affluenza turistica.La segnalazione dell’accaduto è stata prontamente inoltrata dall’ex consigliere comunale Antonio Piserà, attraverso un’istanza urgente indirizzata ai Commissari Straordinari del Comune di Tropea, al Prefetto di Vibo Valentia, ai Vigili del Fuoco e alla Capitaneria di Porto. Questa emergenza non si configura come un evento isolato, bensì come la tragica riprova di una vulnerabilità geologica cronica, nota agli enti preposti da anni, e sistematicamente ignorata nonostante la gravità delle sue implicazioni.La zona del Passo Cavaliere, già classificata con elevato rischio idrogeologico secondo le mappe di pericolosità, ha subito episodi simili nel 2012 e nel 2016, con conseguenze che avrebbero dovuto innescare interventi strutturali di consolidamento preventivo. Tuttavia, queste minacce sono state affrontate con superficialità, rinviando l’inevitabile. Il 5 settembre 2023, Piserà aveva formalmente segnalato la pericolosità del costone al Comune, tramite una comunicazione ufficiale (n. 26496), che tuttavia non ha generato alcuna azione concreta.L’inerzia amministrativa solleva interrogativi profondi sulla gestione del territorio e sulla capacità di garantire la sicurezza dei cittadini e dei visitatori. La fragilità del versante è da ricondurre a una complessa interazione di fattori, tra cui l’erosione causata dalle piogge intense, l’instabilità dei terreni argillosi, la morfologia del costone, e potenzialmente, l’impatto antropico dovuto a precedenti attività estrattive o modifiche del versante.L’evento di giugno evidenzia la necessità di una revisione urgente delle politiche di gestione del rischio idrogeologico, che vadano oltre la mera catalogazione delle aree a rischio, per abbracciare un approccio proattivo di monitoraggio continuo, interventi di mitigazione e piani di emergenza ben definiti. È fondamentale un’analisi approfondita della stabilità del versante, che coinvolga esperti geologi e ingegneri, al fine di individuare soluzioni di consolidamento efficaci e durature. Inoltre, sarebbe opportuno valutare la possibilità di limitare l’accesso all’area fino a quando non saranno garantite adeguate misure di sicurezza. La tutela del territorio e la salvaguardia della vita delle persone devono essere priorità assolute, al di sopra di qualsiasi considerazione economica o politica.
Frana a Tropea: allarme precarietà e polemiche per l’inerzia.
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