La Procura di Reggio Calabria accoglie un nuovo capitolo con l’insediamento di Giuseppe Borrelli, proveniente dalla Procura di Salerno, che assume la guida lasciata vacante dal magistrato Giovanni Bombardieri, destinato a ricoprire la direzione della Procura di Torino.
La cerimonia, celebrata in un’aula della Corte d’Assise alla presenza della presidente del Tribunale Maria Grazia Arena e di una rappresentanza del corpo giudiziario calabrese, culmina con l’augurio di un impegno rinnovato nella lotta alla criminalità organizzata.
Un saluto formale, ma carico di significato, anche alla presenza del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo.
Il passaggio di consegne, avvenuto tra l’attuale facente funzioni Giuseppe Lombardo e il nuovo procuratore, Borrelli, rappresenta non solo un cambio di persona, ma un’iniezione di esperienza e rinnovato spirito combattivo in un ufficio che si trova ad affrontare sfide complesse e persistenti.
Borrelli, nel suo discorso di insediamento, ha espresso un profondo legame con la Calabria, ricordando la sua precedente esperienza a Catanzaro, un periodo formativo segnato dalla consapevolezza del potenziale inespresso di una terra gravata dalla presenza pervasiva della ‘ndrangheta.
Un crimine che non solo limita lo sviluppo economico e sociale, ma incide profondamente nel tessuto stesso della comunità.
“Torno con piacere e una passione che ha sempre guidato la mia attività,” ha affermato Borrelli, sottolineando la necessità di un approccio sinergico e collaborativo con i colleghi, citando esplicitamente Giuseppe Lombardo, Stefano Mussolino e Walter Ignazitto, oltre a tutti i sostituti procuratori, per affrontare le sfide che si profilano.
L’obiettivo è perseguire una giustizia efficiente e tempestiva, distanziandosi da pratiche burocratiche che svuotano di significato il processo legale.
Un richiamo esplicito alla centralità della persona coinvolta in un procedimento giudiziario, riconoscendo l’impatto profondo che un’azione legale può avere sulla sua vita.
Giovanni Melillo, con la sua esperienza a livello nazionale, ha sottolineato la competenza di Borrelli nella comprensione delle dinamiche e della complessità della ‘ndrangheta, evidenziando l’importanza cruciale della coesione e della coordinazione all’interno dell’ufficio, sia a livello nazionale che internazionale.
La DDA si trova di fronte ad un compito arduo, quello di dare una risposta proporzionata alla gravità del fenomeno criminale, rafforzando le indagini e coordinandosi con altri distretti italiani e Paesi esteri, dove la ‘ndrangheta ha sviluppato ramificazioni globali.
Giuseppe Lombardo, nel suo discorso di benvenuto, ha espresso la necessità di una figura come Borrelli, un professionista esperto e capace di guidare l’ufficio.
Ha esaltato le qualità dei giovani magistrati calabresi, sottolineando la loro competenza, disponibilità e integrità, nonché la loro attenzione verso la persona coinvolta nel processo.
Il riferimento all’anno 2010, segnato dalla tragica bomba alla Procura generale reggina, sottolinea la necessità di una vigilanza costante e di un impegno rinnovato nella lotta alla ‘ndrangheta, un male che si manifesta in forme diverse ma che continua ad essere una presenza costante nella realtà calabrese.
Il ringraziamento finale è rivolto alla magistratura giudicante, per l’impegno straordinario e la capacità di fornire risposte a tematiche complesse e ampie, un tributo alla dedizione che anima la giustizia in una terra che merita risposte di alto livello.