La sanità calabrese, dopo decenni di commissariamenti e gestioni emergenziali, si trova di fronte a una fase di transizione complessa, segnata dalla volontà di uscire da un regime di sorveglianza esterna e riappropriarsi di un percorso di sviluppo autonomo. Il Presidente della Regione e Commissario ad interim per la Sanità, Roberto Occhiuto, ha delineato la roadmap di questo cambiamento durante il convegno “Curarsi è prendersi cura”, sottolineando l’importanza di un’uscita dal commissariamento che sia frutto di una negoziazione responsabile e non una mera formalità.L’obiettivo primario è evitare una regressione, impedendo il ritorno a politiche di austerity indiscriminata che hanno storicamente compromesso la tenuta del sistema sanitario regionale. La sfida cruciale risiede nella definizione di un nuovo piano di rientro finanziario, che tenga conto dei progressi compiuti e che sia sostenibile nel lungo periodo. Occhiuto ha evidenziato come, nonostante le difficoltà organizzative, il tessuto sanitario calabrese sia composto da professionisti competenti e appassionati, capaci di garantire cure di alto livello. Tuttavia, la percezione negativa che circonda la sanità calabrese – alimentata da una reputazione compromessa – spinge molti pazienti a cercare assistenza al di fuori della regione, minando la sostenibilità economica del sistema.I risultati concreti di questi ultimi anni sono tangibili: il disavanzo, drasticamente ridotto da 80 milioni nel 2022 a soli 18 milioni, testimonia un risanamento finanziario in atto. L’amministrazione regionale ha avviato un processo di modernizzazione che include la digitalizzazione delle procedure, il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere e un rafforzamento dei controlli interni. L’accento è ora posto sulla riforma della rete ospedaliera, con l’obiettivo di integrare armoniosamente gli hub e gli spoke, ottimizzando l’erogazione dei servizi e riducendo gli spostamenti dei pazienti.Robert Giovanni Nisticò, Presidente dell’AIFA, ha sottolineato l’importanza cruciale dell’umanizzazione delle cure, un aspetto centrale per ristabilire un rapporto medico-paziente basato sull’empatia, la trasparenza e l’accessibilità. La Calabria, secondo Nisticò, sta intraprendendo la strada giusta, e le testimonianze sul campo ne confermano la validità.Gandolfo Miserendino, Direttore Generale di Azienda Zero, ha fornito dati concreti che attestano i progressi compiuti: la regione si è assicurata due aree su tre dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in fascia verde, una condizione non verificatasi da anni. L’impegno nella prevenzione, in particolare, ha prodotto risultati positivi, e l’approvazione di tre Decreti di Conferimento d’Affidamento (DCA) ha permesso di sbloccare risorse per affrontare le liste d’attesa. Sul fronte dell’emergenza-urgenza, l’implementazione di 60 postazioni di emergenza territoriale e il miglioramento del trasporto secondario stanno riducendo i tempi di intervento.Miserendino ha inoltre affrontato la questione dei recenti casi di presunta malasanità, ribadendo la vicinanza della regione alle famiglie coinvolte e l’impegno a condurre verifiche accurate. Pur riconoscendo la necessità di un miglioramento continuo del servizio, ha sottolineato l’importanza di replicare gli sforzi profusi nella prevenzione e nella gestione del rischio clinico.La transizione in atto nella sanità calabrese rappresenta un’opportunità unica per costruire un sistema più equo, efficiente e centrato sul paziente, ma richiede un impegno costante, una governance responsabile e una forte collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. La strada è ancora lunga, ma i primi passi verso un futuro più sereno e sostenibile sono stati compiuti.
Sanità calabrese: roadmap per l’autonomia dopo anni di emergenza
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