Cavi sottomarini nel Mar Baltico danneggiati: timori di sabotaggio e interferenze esterne crescono

Il Mar Baltico, crocevia di cavi sottomarini e condotte energetiche vitali per la regione, è stato teatro di un ennesimo incidente che ha destato preoccupazione tra i Paesi coinvolti. La rottura del cavo elettrico che collega Finlandia ed Estonia è stata segnalata dal primo ministro finlandese Petteri Orpo, il quale ha sollevato il timore di possibili atti di sabotaggio. Arto Pahkin, responsabile delle operazioni della rete elettrica finlandese, ha espresso preoccupazione riguardo a tale eventualità durante un’intervista con l’emittente pubblica Yle.La situazione si è fatta ancora più complessa quando è emerso che anche due cavi per le telecomunicazioni sono stati danneggiati nel Baltico, collegando la Svezia alla Danimarca. I sospetti iniziali si sono concentrati sulla nave cinese Yi Peng 3, ma le autorità non hanno ancora confermato alcuna ipotesi. Le tensioni nella regione sono aumentate sin dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, e gli incidenti recenti alimentano ulteriormente le preoccupazioni sulle possibili interferenze esterne.Funzionari europei hanno avanzato l’ipotesi di legami tra gli incidenti e il conflitto in Ucraina, ma il Cremlino ha respinto categoricamente questa teoria definendola “assurda” e “ridicola”. La questione appare sempre più intricata considerando anche la chiusura temporanea di un gasdotto sottomarino tra Estonia e Finlandia avvenuta in passato a causa dei danni provocati dall’ancora di una nave cargo cinese.La comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi della situazione nel Mar Baltico, consapevole dell’importanza strategica della regione per la sicurezza energetica dell’Europa. Il presidente della commissione Esteri del Parlamento estone, Marko Mihkelsons, ha sottolineato la necessità che i Paesi membri della Nato coordinino azioni immediate qualora venga confermata l’ipotesi di interferenze esterne nei collegamenti vitali tra Estonia e Finlandia. L’eventualità della chiusura del Mar Baltico alle navi provenienti da determinati Paesi viene considerata come possibile misura per garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche nella regione.

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