Chiusura temporanea del traforo del Monte Bianco: impatto economico e ambientale in Valle d’Aosta

Date:

21 febbraio 2025 – 08:01

Durante le quindici settimane di chiusura del traforo del Monte Bianco, avvenute tra il 2 settembre 2024 e il 15 dicembre dello stesso anno, si è registrato un calo dello 0,25% del prodotto interno lordo della Valle d’Aosta. Questo evento ha avuto conseguenze sia sull’economia che sull’ambiente della regione alpina. Dal punto di vista ambientale, si è osservata una lieve diminuzione della qualità dell’aria a Courmayeur e un impatto più significativo all’ingresso del tunnel, sebbene entro i limiti previsti dalle normative vigenti. Igor Rubbo, direttore dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA), ha confermato che i livelli di inquinamento sono rimasti al di sotto delle soglie critiche.Le analisi condotte dagli esperti Marco Alderighi e Giancarlo Bertalero hanno evidenziato che gli effetti economici della chiusura temporanea del traforo non aumenteranno nel tempo. Alderighi ha ipotizzato che le conseguenze a breve termine possano estendersi anche agli anni successivi, ma con possibili mitigazioni grazie a un’ottimizzazione delle attività da parte delle imprese colpite. Le perdite economiche stimate per un anno ammontano a circa 12 milioni di euro, distribuite principalmente tra l’industria, il commercio e il settore turistico.La questione dei collegamenti alpini, in particolare riguardo al tunnel del Monte Bianco, rimane al centro del dibattito politico da diversi anni. Mentre l’Italia sostiene il progetto di raddoppio della galleria, la Francia esprime dubbi riguardanti l’aumento potenziale dell’inquinamento derivante dalla realizzazione di una seconda canna. Secondo Rubbo, gran parte dell’inquinamento atmosferico è causato dai sistemi di riscaldamento e dal traffico veicolare.Nonostante le preoccupazioni legate all’inquinamento atmosferico proveniente da varie fonti come gli impianti di riscaldamento a legna o le polveri derivanti dalla salatura delle strade, negli ultimi vent’anni si è registrata una significativa riduzione delle emissioni dovuta alla progressiva evoluzione tecnologica dei motori degli autoveicoli e dei mezzi pesanti che attraversano la zona alpina.

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