20 ottobre 2024 – 00:32
I recenti colloqui avvenuti tra il governo italiano e la Commissione Europea riguardanti l’accordo tra Roma e Tirana, così come la decisione dei giudici di far rientrare sul suolo italiano i 12 cittadini provenienti dal Bangladesh e dall’Egitto, non hanno portato a risultati positivi. La questione sollevata dal Tribunale di Roma sembra essere di difficile risoluzione secondo Bruxelles. La squadra guidata da Giorgia Meloni non ha ottenuto supporto riguardo alla problematica sollevata dai magistrati italiani. L’unica garanzia è arrivata direttamente dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che si è impegnata a presentare rapidamente una proposta per modificare la legislazione comunitaria, in particolare le direttive 2013/32 e 2011/95, citate anche nella recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea richiamata dai giudici romani.Questo problema complesso ritarda una soluzione almeno fino a giugno. Il nuovo Patto sull’Asilo e sui migranti, in vigore solo nel 2026, già riforma le due direttive ma continua ad ammettere eccezioni nella definizione di ‘paese sicuro’, limitando così l’ambito della sicurezza integrale invocata dalla Corte di Giustizia europea. L’accoglienza in Albania potrebbe quindi essere concessa solo a un numero molto limitato o addirittura nessun migrante.Nei colloqui informali tenutisi prima della decisione dei giudici italiani, von der Leyen ha promesso di correggere la normativa europea, anche se ci vorrà del tempo. Si prevede che sarà necessario aspettare almeno fino alla prossima primavera per vedere dei cambiamenti concreti. Durante l’ultimo vertice tenutosi giovedì scorso, la leader dell’esecutivo europeo ha menzionato queste tempistiche. Il pacchetto proposto dovrebbe includere nuove disposizioni per accelerare i rimpatri nei paesi d’origine e allo stesso tempo ridefinire il concetto stesso di ‘paese sicuro’.Nel frattempo, rimangono irrisolti i problemi legali legati al centro di accoglienza di Gjader.
