“Condanna a 5 anni per cittadino egiziano accusato di terrorismo: importante passo nella lotta al radicalismo online”

La sentenza di condanna a 5 anni di reclusione per Alaa Refaei, cittadino egiziano naturalizzato italiano, accusato di partecipazione ad un’associazione con finalità terroristiche, rappresenta un importante passo nella lotta contro il radicalismo online e il sostegno al terrorismo. La decisione della gup di Milano Tiziana Landoni, che ha accolto l’ipotesi accusatoria e la richiesta del pm Alessandro Gobbis, evidenzia la gravità delle azioni compiute dall’imputato.Le attività di proselitismo via social a favore dell’Isis e i presunti finanziamenti a donne vedove di combattenti jihadisti dimostrano una pericolosa inclinazione verso ideologie estremiste. La requisitoria del pm fissata per il processo in corso nei confronti di Mohamed Nosair sottolinea l’importanza di perseguire con determinazione coloro che si rendono responsabili di tali comportamenti.L’inchiesta condotta dalla Digos e dalla Polizia Postale ha portato alla conferma delle misure cautelari per entrambi gli imputati da parte del Tribunale del Riesame nel novembre 2023. Le prove emerse durante le indagini, inclusi messaggi compromettenti come quello relativo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, evidenziano la pericolosità delle intenzioni dei due arrestati.Le difese degli imputati hanno cercato di minimizzare il coinvolgimento con l’Isis, sostenendo che si trattasse solo di “simpatie” durante i conflitti in Siria e Iraq. Tuttavia, le autorità giudiziarie hanno ritenuto che tali dichiarazioni non fossero sufficienti a scagionarli dalle accuse formulate nei loro confronti.Il ricorso in appello presentato dalla difesa dopo il deposito delle motivazioni potrebbe rappresentare un ulteriore capitolo in questa vicenda giudiziaria intricata. Resta fondamentale vigilare attentamente sul fenomeno del radicalismo online e agire con fermezza contro chiunque cerchi di diffondere ideologie estremiste attraverso i mezzi digitali.