Condannati ex vertici Coro Vaticano per peculato e truffa

Il processo sulla gestione finanziaria del Coro della Cappella musicale pontificia è giunto alla sua conclusione con la condanna di tutti e tre gli imputati. Dopo un lungo anno e mezzo, il Tribunale vaticano, presieduto da Giuseppe Pignatone, ha emesso una sentenza di primo grado che ha stabilito le pene per i responsabili coinvolti. L’ex direttore monsignor Massimo Palombella è stato condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione, 9 mila euro di multa e interdizione dai pubblici uffici per un periodo equivalente alla durata della pena detentiva. Il ex direttore finanziario Michelangelo Nardella ha ricevuto una condanna più severa, con 4 anni e 8 mesi di reclusione, 7 mila euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Anche la moglie di Nardella, Simona Rossi, è stata condannata a 2 anni di reclusione, 5 mila euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.Le accuse principali mosse ai due vertici del Coro erano peculato, riciclaggio e truffa, in relazione alle attività svolte dal Coro sia durante le celebrazioni liturgiche in Vaticano che nei concerti organizzati in Italia e all’estero. In particolare, sono stati riconosciuti colpevoli anche di abuso d’ufficio continuato per le loro azioni riguardanti l’organizzazione dei concerti a favore di importanti aziende italiane.Durante il procedimento legale sono state disposte diverse misure confiscatorie nei confronti dei condannati. Nardella dovrà restituire l’importo di 123.646,21 euro o un equivalente monetario; mentre lui e monsignor Palombella dovranno restituire in solido la somma di 127 mila euro più interessi come profitto derivante dal reato di abuso d’ufficio; infine Nardella e sua moglie dovranno pagare insieme la cifra di 29.699,02 euro.Inoltre, i tre imputati sono stati obbligati a coprire le spese processuali mentre sono stati assolti da alcuni capi d’accusa per mancanza di prove o perché il fatto non era configurabile come reato.