“Confermate le condanne per la famiglia Gasparella, ma ridotte le pene”

Date:

22 febbraio 2025 – 22:01

Dopo un lungo iter giudiziario, le condanne per la famiglia Gasparella sono diventate definitive. La Cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado emessa nell’anno precedente, ma ha apportato delle modifiche alle pene, riducendole grazie al rito abbreviato. Silvio e Mattia Gasparella, rispettivamente padre e figlio, sono stati condannati a tre mesi e 10 giorni di reclusione oltre a una multa di 6.666 euro. Laura Padoin, accusata di assistere illegalmente il marito e il figlio nella pratica odontoiatrica, dovrà scontare due mesi e 20 giorni di reclusione e pagare una multa di 5.333 euro. A tutti e tre è stata concessa la sospensione condizionale della pena.Inoltre, i tre imputati dovranno affrontare le spese processuali che ammontano a 5 mila euro da versare alle parti civili rappresentate dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Valle d’Aosta, dall’Associazione Italiana Odontoiatri e dall’Associazione Nazionale Dentisti Italiani. L’avvocato Stefano Moniotto che assiste la famiglia Gasparella ha commentato il verdetto definendolo come l’espressione di un lungo processo che si è concluso con pene minori rispetto alle accuse iniziali.I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2013 ed il 2019 quando i militari della Guardia di Finanza hanno effettuato controlli presso il Centro Dentistico ed Odontotecnico valdostano gestito da Silvio Gasparella a Saint-Christophe. Secondo l’accusa, Silvio e Mattia avrebbero esercitato illegalmente come dentisti nonostante non fossero abilitati per tale ruolo.Dopo sei anni e cinque processi giudiziari, l’esito finale sembra essere stato meno grave del previsto inizialmente: da un’accusa di associazione a delinquere si è passati ad una condanna per esercizio abusivo della professione odontoiatrica. Il cammino legale dei Gasparella ha visto diverse vicissitudini con assoluzioni in primo grado seguite da condanne in appello fino alla sentenza definitiva emessa dalla Cassazione nel settembre del 2023 che ha portato alla riduzione delle pene inflitte ai membri della famiglia coinvolta nel caso.

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