18 marzo 2025 – 15:45
La controversia scaturita intorno alla canzone “Altalena Boy” di Lucio Corsi, pubblicata nel 2015, ha suscitato un acceso dibattito sulla questione dell’uso del termine “zingaro” e dei pregiudizi ad esso associati. Raid Nikoli, marionettista e attivista rom torinese di origine bosniaca, ha denunciato il fatto che tale termine è un dispregiativo che deriva dalla schiavitù subita per secoli dai Rom nei Principati danubiani. Nikoli ha sottolineato come l’accusa infondata rivolta ai Rom di aver rapito un bambino nella canzone contribuisca a perpetuare stereotipi dannosi e pericolose narrazioni. La vicenda del bimbo misteriosamente scomparso dopo un giro dell’altalena diventa oggetto di chiacchiere fantasiose da parte dei compaesani, alimentando una narrazione distorta e discriminatoria.Il marionettista ha inviato una lettera a Lucio Corsi chiedendo la revisione del testo o addirittura la cessazione della promozione della canzone, affinché venga riconosciuto ufficialmente il problema dei pregiudizi veicolati. Nonostante nel brano si faccia riferimento al punto di vista di altri con la frase “C chi dice”, Corsi non può sfuggire alla responsabilità di diffondere un messaggio basato su false accuse. La richiesta degli attivisti è volta a sensibilizzare sul tema dell’odio e della discriminazione ancora presenti nella società contemporanea.Al momento, Nikoli non ha ricevuto alcuna risposta da parte del cantautore, motivo per cui ha deciso di rendere pubblica la sua lettera al fine di sollevare l’attenzione sulle implicazioni negative del testo in questione. Si auspica che questo episodio possa portare a una maggiore consapevolezza e ad un cambiamento positivo nell’approccio alla rappresentazione delle minoranze etniche e culturali nella musica e nella società in generale.
