21 gennaio 2025 – 07:45
La controversa vicenda che ha coinvolto i due cani di proprietà dei gestori del rifugio Lago Verde ha sollevato un acceso dibattito sulle normative vigenti e sui pericoli legati alla pratica venatoria. Il cacciatore, nel dicembre del 2023, ha ucciso Argo e Fiamma con due precisi colpi di carabina mentre i cani erano in passeggiata con il loro padrone nei boschi di Perrero. Nonostante la precisione dei colpi e la specifica formazione del cacciatore nella caccia di selezione, il giudice ha deciso di archiviare il caso affermando l’assenza di prove concrete dell’intenzione omicida del cacciatore.La Lega Anticaccia di Pinerolo ha commentato l’accaduto sottolineando che l’articolo 544 bis del codice penale considera l’uccisione degli animali come un reato doloso, escludendo quindi la possibilità di errore accidentale. È stato evidenziato che il cacciatore avesse le competenze necessarie per riconoscere gli animali, rendendo poco credibile la sua difesa basata sull’errore. La mancanza di un abbigliamento fluorescente per i cani durante la passeggiata è stata considerata come una possibile causa dell’accaduto, nonostante non fosse previsto da alcuna normativa.Questo episodio mette in risalto i rischi a cui sono esposte le persone che si avventurano nei boschi durante la stagione di caccia. La decisione del giudice di archiviare il caso sembra attribuire una certa responsabilità al proprietario dei cani, suggerendo che avrebbe potuto prendere misure preventive aggiuntive per evitare incidenti simili. In conclusione, questa tragica vicenda evidenzia le complessità e le contraddizioni delle normative sulla caccia e solleva importanti questioni etiche riguardanti il rapporto tra esseri umani e animali selvatici.