Il progetto Corrispondenze immaginarie dell’artista Mariangela Capossela rappresenta un ponte tra passato e presente, dando voce alle parole rimaste imprigionate nei manicomi per decenni. Le lettere piene di speranza e disperazione, mai spedite ai destinatari desiderati, finalmente trovano una risposta attraverso questa iniziativa che rompe le catene della costrizione mentale. Un paziente di un ospedale psichiatrico di Trieste nel gennaio del 1921 scrive con struggente nostalgia a una persona cara, esprimendo il desiderio di rivederla a Gorizia e ricordando i momenti felici trascorsi insieme. Cento anni dopo, Nt risponde con affetto e compassione, creando un dialogo temporale che supera le barriere dello spazio e del tempo. X e NT, pur non essendosi mai incontrati fisicamente, si ritrovano uniti da un legame invisibile ma profondo che va oltre le limitazioni della realtà tangibile. Le parole scritte con fatica da chi era confinato nella propria mente trovano così una nuova vita, trasformandosi in messaggi di speranza e comprensione che viaggiano attraverso i secoli per abbracciare coloro che hanno sofferto in silenzio.
“Corrispondenze immaginarie: il dialogo senza tempo tra due anime legate dalla scrittura”
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