12 ottobre 2024 – 21:50
A Roma, durante un corteo, un gruppo di manifestanti tiene in alto uno striscione con la scritta “Ogni giorno No Meloni Day”, mentre i giovani studenti si richiamano ai Fridays for Future. Tra di loro ci sono sia minorenni che maggiorenni, tutti uniti nel sostegno alla Palestina libera e nel coro “Palestina libera”. Le rivendicazioni variano dalle bandiere palestinesi alle bandiere No Tav, dall’arcobaleno all’effigie di Karl Marx. Una liceale 16enne, Liliane Solani, riassume il sentimento comune: “Abbiamo l’opportunità di manifestare e la cogliamo pienamente”. La varietà è palpabile tra i circa 1.500 studenti che partecipano al corteo a Roma, partendo dal ministero dell’Università al Circo Massimo fino al ministero dell’Università e della Ricerca a Trastevere. Alcuni sono giovanissimi, appena 13-14 anni, mentre l’età media è leggermente più alta. La protesta ProPal coinvolge centri sociali e sindacati di base, focalizzandosi su repressione, scuola, ambiente e genocidio. Gli studenti si oppongono fermamente al governo per favorire il genocidio e per il ddl Repressione (ribattezzato così dai manifestanti), che criminalizza le proteste e i movimenti sociali. Riccardo, uno studente universitario di 20 anni in Scienze Politiche, denuncia: “È un governo reazionario” in riferimento alle politiche attuate.