19 settembre 2024 – 14:45
La crisi economica che sta attanagliando il settore metalmeccanico in Piemonte non si limita solo all’industria automobilistica, ma coinvolge anche settori cruciali come quello tessile e siderurgico. La situazione critica degli stabilimenti ex Ilva di Novi Ligure e Racconigi testimonia una profonda crisi che rischia di mettere a repentaglio oltre 10 mila posti di lavoro nella regione. Secondo un’indagine condotta dalla Fim Cisl regionale, è urgente intervenire con nuovi finanziamenti per garantire la continuità degli ammortizzatori sociali e evitare un disastroso scenario di disoccupazione.Il segretario regionale della Cisl, Luca Caretti, ha sollecitato il governatore Alberto Cirio affinché mantenga la sua promessa di aprire al più presto un tavolo di confronto sul tema degli ammortizzatori sociali e sulla necessità di implementare un piano straordinario di formazione per supportare la trasformazione in corso nel mondo del lavoro piemontese. Il fattore tempo è cruciale per affrontare efficacemente le sfide legate alla crisi occupazionale che minaccia l’intera regione.Nel settore metalmeccanico, le cifre elaborate dalla Fim Cisl dimostrano che più di 6 mila lavoratori sono attualmente in cassa integrazione presso le aziende piemontesi coinvolte, con ben 25 imprese interessate dalla problematica. Nonostante ciò, Stellantis non rientra tra le aziende coinvolte in questa situazione critica.La crisi dell’industria automobilistica europea rappresenta uno dei principali motivi di preoccupazione per il sindacato, considerando i numeri impressionanti del settore: 730 imprese, 56 mila addetti e il 34% del fatturato italiano nel comparto della componentistica. La riduzione della produzione da parte delle aziende come Stellantis, insieme alla mancanza di investimenti nelle competenze necessarie per affrontare la trasformazione tecnologica del settore e i costi elevati legati alla transizione verso veicoli elettrici sono solo alcune delle cause che stanno contribuendo a questa difficile situazione.
