Crisi energetica in Ecuador: mobilitate le forze per garantire la sicurezza. Referendum contro la criminalità organizzata in programma.

Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha annunciato un nuovo stato di emergenza a livello nazionale per affrontare la grave crisi energetica che sta colpendo il Paese. Con blackout che si protraggono fino a otto ore, la situazione richiede interventi immediati e decisi per garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche. In risposta a questa emergenza, è stata disposta la mobilitazione della Polizia nazionale e delle Forze armate su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di prevenire sabotaggi, attacchi terroristici o altre minacce che potrebbero compromettere il regolare funzionamento del sistema energetico.La crisi energetica in Ecuador è aggravata dalla riduzione della produzione idroelettrica a causa dei bassi livelli del bacino di Mazar, il secondo più grande del Paese, che impediscono il pieno funzionamento delle centrali idroelettriche. A ciò si aggiunge anche la diminuzione della fornitura di energia elettrica proveniente dalla Colombia, anch’essa alle prese con una grave siccità. Questa congiunzione di fattori rende urgente adottare misure efficaci per garantire un approvvigionamento energetico stabile e sicuro per i cittadini ecuadoriani.Nel frattempo, domani si terrà un importante referendum in Ecuador, indetto dal presidente Noboa, volto a fornire al governo nuovi strumenti nella lotta contro la criminalità organizzata. Questa consultazione popolare rappresenta un passo significativo nell’impegno per rafforzare le politiche di sicurezza e contrastare le attività criminali che minacciano la stabilità e il benessere della nazione. La partecipazione dei cittadini a questo processo decisionale è fondamentale per definire le strategie future nel campo della sicurezza pubblica e consolidare lo Stato di diritto in Ecuador.

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