06 giugno 2024 – 10:35
Le elezioni comunali di Palermo del 2022 hanno visto emergere un problema inaspettato: la defezione improvvisa dei presidenti e degli scrutatori, che si lamentavano di essere retribuiti in modo insufficiente per rimanere al seggio oltre le 24 ore. Questo fenomeno, che ha preso forma proprio a Palermo, potrebbe diffondersi rapidamente nel resto del Paese. Infatti, il compenso offerto è ben al di sotto degli standard europei e dei minimi salariali stabiliti, ammontando a poco più di 3,50 euro l’ora in media.Considerando le fasi preliminari prima dell’apertura e il successivo scrutinio, si stima che coloro incaricati della gestione delle operazioni di voto dovranno lavorare per oltre 30 ore tra sabato 8 e domenica 9 giugno. Il ministero dell’Interno ha indicato un compenso di 138 euro per i presidenti di seggio e di 110,40 euro per i segretari e gli scrutatori. Sebbene leggermente superiori rispetto alla tornata elettorale del 2019, quando i compensi andavano da 120 a 96 euro, non sono sufficienti ad evitare la fuga dei volontari.Questa situazione mette in luce la necessità di riconsiderare le politiche retributive per garantire una remunerazione equa a coloro che dedicano il loro tempo e impegno alle elezioni. È fondamentale valorizzare il ruolo svolto dai presidenti di seggio e dagli scrutatori nell’assicurare la corretta conduzione del processo democratico. Solo così si potrà evitare una crisi simile in futuro e assicurare la partecipazione attiva degli operatori alle elezioni senza rischiare una carenza di personale qualificato ai seggi.