Crisi umanitaria in Birmania: aumento della violenza contro i civili preoccupa l’ONU.

L’esercito birmano ha aumentato in modo significativo la violenza contro i civili, raggiungendo livelli senza precedenti nell’ultimo anno. Secondo l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il numero di vittime civili è salito a cifre allarmanti dopo il colpo di stato avvenuto il primo febbraio 2021. Secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Aapp), almeno 6.231 civili sono stati uccisi dall’esercito negli ultimi quattro anni, tra cui numerose donne e bambini. Nel solo 2024, si registrano oltre 1.800 persone uccise, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.L’Alto commissario dei diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Türk, ha espresso profonda preoccupazione per la situazione dei civili in Birmania, sottolineando come la violenza e le atrocità perpetrate dall’esercito stiano peggiorando giorno dopo giorno nonostante una presunta diminuzione del potere militare. Le violazioni dei diritti umani si sono intensificate, causando sofferenze indicibili tra la popolazione attraverso attacchi indiscriminati, negazione degli aiuti umanitari e sistematiche violazioni dei diritti fondamentali.Un’analisi dettagliata del conflitto rivela atti di estrema brutalità da parte dell’esercito birmano, che ha condotto ripetute ondate di attacchi aerei e bombardamenti contro i civili. Inoltre, migliaia di giovani sono stati costretti al servizio militare, molte persone sono state arrestate arbitrariamente, si sono verificati sfollamenti di massa e l’accesso agli aiuti umanitari è stato negato in molte aree colpite dalla violenza.Oggi la giunta militare birmana ha deciso di prorogare lo stato d’emergenza di sei mesi, rinviando ulteriormente le elezioni previste. La situazione appare sempre più critica e urgente per trovare soluzioni pacifiche e garantire la protezione dei diritti fondamentali della popolazione colpita dalla violenza indiscriminata dell’esercito.