Un’inchiesta giudiziaria di portata eccezionale si è conclusa con richieste di condanna che si sommano a quasi nove decenni di reclusione, delineando un quadro inquietante di criminalità organizzata che ha intessuto una rete di violenza e complicità tra le tifoserie calcistiche di Milano. Le accuse formulate nei confronti degli imputati spaziano da un omicidio commesso di recente a un tentato omicidio risalente a sei anni prima, configurando una spirale di azioni violente premeditate e reiterate nel tempo.Il cuore dell’indagine rivela la sussistenza di due distinti, ma interconnessi, gruppi criminali: l’uno radicato nella Curva Sud del Milan, l’altro nella Curva Nord dell’Inter. L’aspetto più sconcertante è l’emersione di un accordo illecito, un vero e proprio “patto per gli affari”, che lega le due fazioni in una complice e pericolosa alleanza. Questa partnership trasvaluta la rivalità calcistica in un’opportunità per attività illecite, suggerendo una capacità di pianificazione e coordinamento che va ben oltre la semplice dinamica tra tifoserie.La gravità delle accuse è ulteriormente amplificata dal riconoscimento di un’associazione a delinquere, con l’aggravante di collegamenti con la ‘ndrangheta, una delle più potenti e radicate organizzazioni criminali italiane. Questa connessione mafiosa introduce un elemento di pesantezza e complessità, rivelando un’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto delle tifoserie e un potenziale impatto sulla sicurezza pubblica che va al di là del mero fenomeno ultras.L’inchiesta non si limita a svelare una serie di reati individuali, ma dipinge un quadro di una struttura criminale strutturata, capace di pianificare e coordinare azioni violente, sfruttare le dinamiche sociali e istituzionali all’interno delle tifoserie, e avvalersi del sostegno di una potente organizzazione mafiosa. Le richieste di condanna, con pene che si estendono per decenni, testimoniano la gravità dei reati contestati e la necessità di intervenire con fermezza per contrastare questo fenomeno e proteggere la legalità. L’indagine apre un dibattito urgente sulla responsabilità delle istituzioni sportive, sulle dinamiche sociali che alimentano la violenza negli stadi e sull’importanza di una collaborazione efficace tra forze dell’ordine, magistratura e società civile per arginare la criminalità organizzata che si insinua nel mondo del calcio.