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Confetture artigianali: scoperte irregolarità e rischio per la salute.

L’ispezione condotta dai Carabinieri del Nucleo Anti-Sofisticazioni (NAS) di Bologna ha rivelato una situazione allarmante in un’azienda agricola specializzata nella produzione e commercializzazione di confetture e succhi di frutta.

L’attività, apparentemente dedita a pratiche artigianali e di filiera corta, celava una spiccata carenza di rispetto delle normative igienico-sanitarie e di tracciabilità alimentare, configurando potenziali rischi per la salute pubblica.

La scoperta, avvenuta durante un controllo a sorpresa, ha portato alla luce un accumulo significativo di contenitori riutilizzati: centinaia di vasetti di vetro, molti dei quali presentavano residui di precedenti utilizzi e mancavano di un’adeguata pulizia e sanificazione.
Questa pratica, in sé già in contrasto con le buone norme di fabbricazione, aggravava la situazione con la presenza di numerose confetture autoprodotte prive di etichettatura e quindi non conformi alle normative vigenti.

Il quantitativo di prodotti irregolari sequestrati è notevole: più di 1500 vasetti e bottiglie contenenti confetture e succhi di frutta.

L’analisi delle confezioni ha permesso di datare una parte significativa della produzione a periodi compresi tra il 2010 e il 2018, indicando una potenziale accumulazione di scorte non commercializzate e, potenzialmente, non conservate in condizioni ottimali.

L’assenza di etichettatura rappresenta un elemento particolarmente grave, poiché preclude al consumatore la possibilità di accedere a informazioni cruciali quali ingredienti, data di scadenza, allergeni e informazioni nutrizionali.

Questa omissione viola direttamente la normativa europea in materia di etichettatura alimentare e compromette la trasparenza verso il consumatore.
La vicenda solleva interrogativi importanti sull’efficacia dei controlli e sulla necessità di rafforzare la vigilanza sulle aziende agroalimentari, soprattutto quelle che si presentano come espressione di un modello di produzione artigianale e di qualità.

Il caso, al di là delle conseguenze legali per i responsabili, evidenzia la fragilità del sistema e la crucialità di una maggiore consapevolezza da parte dei produttori riguardo alle responsabilità che derivano dalla produzione e commercializzazione di alimenti destinati al consumo umano.
L’episodio invita a una riflessione più ampia sulla necessità di garantire la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori, attraverso una combinazione di controlli rigorosi, educazione alimentare e promozione di pratiche di produzione sostenibili e trasparenti.

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