Le trascrizioni dell’interrogatorio di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del defunto fondatore di Luxottica, rivelano un intricato scenario di presunte manipolazioni e sfruttamento, delineando una narrazione complessa che lo vede coinvolto in un vortice di presunti abusi informatici e intimidazioni.
Lungi dall’ammettere una partecipazione attiva in attività illecite, Del Vecchio junior si presenta come vittima di una sofisticata truffa orchestrata da figure legate all’agenzia investigativa Equalize, tra cui spiccano il nome dell’ex carabiniere Vincenzo De Marzio e il tecnico informatico Nunzio Samuele Calamucci.
Il racconto si sviluppa attorno alla sensazione di crescente disillusione di Del Vecchio, che descrive un progressivo deterioramento della situazione, da una presunta difesa dei suoi interessi a un chiaro tentativo di estorsione e di destabilizzazione del rapporto cruciale con Francesco Milleri, amministratore delegato di EssilorLuxottica.
L’uomo ha espresso timori concreti, riferendo di intimidazioni e di una sistematica operazione volta a minare la sua posizione e a creare divisioni all’interno del gruppo.
Un elemento particolarmente rilevante emerso durante l’interrogatorio è la presunta esistenza di un dettagliato dossier, che avrebbe coinvolto un numero considerevole di persone – si parla di oltre cento nomi – comprendente figure apicali di EssilorLuxottica, membri del consiglio di amministrazione, dirigenti di Delfin e familiari di Del Vecchio.
La gestione e la divulgazione di questo dossier, secondo la sua testimonianza, sarebbero state orchestrate da De Marzio, con l’aggiunta della circostanza che lo stesso Milleri sarebbe stato coinvolto nella sua compilazione, in un presunto tentativo di ricatto reciproco.
La sua deposizione è segnata da un senso di crescente sgomento, espresso con l’espressione “fuffa”, che riflette la sua presa di coscienza del fatto che la situazione fosse stata strumentalizzata per fini di lucro, anziché per la sua protezione.
Ha chiarito di non aver mai sospettato un coinvolgimento diretto dell’azienda, sottolineando anzi la sua vicinanza e il supporto ricevuto da Milleri, il quale, a suo dire, è stato determinante per “liberarsi” di Calamucci e De Marzio.
Questa affermazione suggerisce un possibile contrasto interno all’agenzia investigativa e un tentativo di Del Vecchio di dissociarsi dalle presunte attività illecite, attribuendone la responsabilità a figure esterne e, al contempo, rafforzando il suo legame con l’amministratore delegato.
L’interrogatorio, dunque, non offre un quadro univoco, ma piuttosto una complessa tessitura di accuse, difese e possibili accordi, che richiedono ulteriori approfondimenti per chiarire la verità dei fatti e le responsabilità di ciascuno.