Drenchia, un puntino incastonato nel paesaggio nord-orientale del Friuli Venezia Giulia, quasi al confine con la Slovenia, racchiude in sé una sintesi drammatica delle sfide demografiche che affliggono l’intera regione e, più ampiamente, l’Italia.
Sebbene riconosciuta come il comune più piccolo della regione – un primato che paradossalmente amplifica la gravità della situazione – Drenchia è anche il microcosmo di un declino demografico così profondo da apparire quasi sospeso nel tempo.
L’ultima voce di nascita registrata all’anagrafe, risalente al 2015, segna un punto di non ritorno, un campanello d’allarme che risuona in un contesto di progressiva desertificazione.
Il crollo non è un evento improvviso, bensì il risultato di un processo inesorabile che si protrae da decenni.
Passare da una popolazione di 1128 unità nel lontano 1984 a un misero 89 nel presente, testimonia una perdita di abitanti che trascina con sé la scomparsa di una comunità e la perdita di una memoria collettiva.
La fotografia demografica che emerge è desolante: il bambino nato dieci anni fa, simbolo di una speranza ormai svanita, non risiede più nel paese.
La popolazione giovanile è ridotta ai minimi termini, relegata a una manciata di quattordicienni, mentre gli under 40 sono solo otto anime sparse in un mare di anzianità.
La maggioranza della popolazione, oltre la metà, si colloca nella fascia degli over 65, un’inversione piramidale che prefigura un futuro di progressivo spopolamento e di crescente difficoltà a garantire servizi essenziali.
La situazione di Drenchia non è un’anomalia isolata, ma un sintomo di un malessere più ampio.
Nove comuni regionali si sono distinti per l’assenza di nascite nel corso del 2024, alcuni di questi per ben cinque anni.
Altri centri, ancora più ampi, hanno subito una contrazione demografica pari al 10%, evidenziando una tendenza generalizzata alla diminuzione della popolazione.
A livello regionale, i dati Istat per i primi cinque mesi del 2024 dipingono un quadro allarmante: solo 2.563 nascite, in crollo rispetto al 2023, contro ben 6.239 decessi.
Il 2023 aveva già segnato un minimo storico di nati, e l’andamento attuale suggerisce che il trend negativo è destinato a persistere, configurando il diciottesimo anno consecutivo di flessione.
L’immigrazione, con un saldo positivo di quasi 3.300 residenti nei primi mesi del 2024, rappresenta una fragile argine a questo declino, limitando il calo complessivo della popolazione a 424 unità.
Tuttavia, l’afflusso di nuovi residenti non è sufficiente a compensare la perdita di popolazione dovuta al basso tasso di natalità e all’invecchiamento della popolazione, sollevando interrogativi cruciali sul futuro del Friuli Venezia Giulia e sulla necessità di politiche demografiche innovative e di un impegno concreto per sostenere le famiglie e incentivare la natalità.
La resilienza delle comunità locali e la capacità di reinventare il proprio futuro, in un contesto di profonda trasformazione demografica, diventano quindi fattori determinanti per la sopravvivenza stessa di luoghi come Drenchia e per la tenuta del tessuto sociale regionale.