Le recenti evoluzioni nell’inchiesta in corso a Brescia sollevano interrogativi cruciali circa l’autonomia e la rilevanza processuale di vicende fattualmente distinte da quelle per le quali l’avv. Andrea Sempio è attualmente assistito.
I difensori, avv. Liborio Cataliotti e avv. Angela Taccia, in una comunicazione ufficiale, hanno precisato come gli episodi oggetto della nuova indagine, datati a dieci anni di distanza dai fatti primari, non siano ascrivibili, nemmeno in via ipotetica, al loro cliente.
La distinzione temporale, e soprattutto l’assenza di un collegamento giuridico o fattuale diretto che permetta di imputare Andrea Sempio alle nuove accuse, costituisce un elemento di fondamentale importanza nel delineare la strategia difensiva.
L’azione penale, invero, si fonda su principi di legalità e tipicità: ogni accusa deve essere espressamente prevista dalla legge e riferibile a una specifica condotta attribuibile all’imputato.
L’indagine in corso, focalizzandosi su eventi successivi e non contestati all’avv. Sempio, rischia di introdurre elementi di confusione e di compromettere la chiarezza e la coerenza del procedimento penale.
Si tratta, infatti, di valutare se l’apertura di un nuovo fronte investigativo possa in qualche modo influenzare o contaminare l’indagine preesistente.
Il principio del contraddittorio, cardine del giusto processo, impone che l’imputato abbia piena conoscenza degli addebiti e possa esercitare le proprie difese in modo efficace.
L’introduzione di fatti non pertinenti, ovvero non direttamente connessi con i fatti oggetto dell’indagine principale, potrebbe minare questo diritto e generare un pregiudizio ingiusto.
Inoltre, occorre considerare l’impatto di tali nuove contestazioni sull’equità del processo e sulla capacità del collegio giudicante di mantenere un approccio imparziale.
La proliferazione di indagini e accuse, anche se formalmente distinte, rischia di creare un clima di sospetto e di pregiudizio che potrebbe compromettere l’obiettività della valutazione delle prove.
Pertanto, i difensori sottolineano come le nuove indagini, per loro natura e per le caratteristiche dei fatti addebitati, non possano, e non dovranno, avere alcun riflesso sull’inchiesta che coinvolge Andrea Sempio.
Si tratta di percorsi investigativi autonomi, che devono essere gestiti e valutati separatamente, nel rispetto dei principi fondamentali del diritto processuale penale.
La loro insistenza su questo punto mira a tutelare il diritto del loro assistito a un processo equo e a una valutazione imparziale delle prove a suo carico.






