Per oltre un secolo, la narrazione naturalistica, dominata dalle immagini iconiche di predatori maestosi come leoni e balene, ha spesso relegato in secondo piano una miriade di creature altrettanto affascinanti, ma meno “spettacolari”.
‘Underdogs’, una serie originale Disney+ narrata da Ryan Reynolds, celebra finalmente questo regno marginale, riscrivendo le regole della divulgazione scientifica e offrendo uno sguardo inedito sulla biodiversità del nostro pianeta.
Prodotta dalla Wildstar Films, con il coinvolgimento attivo di Reynolds in veste di produttore esecutivo, la serie si distingue per un approccio ibrido che fonde l’accuratezza scientifica con un umorismo pungente e accessibile.
“Volevamo creare qualcosa di allo stesso tempo intellettualmente stimolante e profondamente divertente,” spiega Dan Rees, showrunner e produttore, sottolineando la volontà di avvicinare un pubblico ampio a tematiche complesse.
La selezione degli “underdogs” non è frutto del caso.
Si tratta di creature che incarnano la resilienza e l’ingegno in contesti spesso avversi: insetti bioluminescenti che illuminano la notte, lamantini che sfidano le leggi della fisica con le loro flatulenze, o specie dal comportamento inaspettato e dai meccanismi di sopravvivenza sorprendenti.
“Lavorando sul campo, ci siamo resi conto che i grandi protagonisti del documentario tradizionale spesso risultano statici,” racconta Rees.
“È la microfauna, gli esseri apparentemente insignificanti, a rivelare la vera complessità della vita.
“Il coinvolgimento di Ryan Reynolds è stato un elemento chiave per il successo della serie.
Inizialmente considerato un’ipotesi improbabile, l’attore si è rivelato un appassionato sostenitore del National Geographic, abbracciando immediatamente il progetto.
“Ha una capacità innata di comunicare con il pubblico,” afferma Rees.
“La sua verve comica alleggerisce temi complessi, rendendo la scienza più accessibile e coinvolgente.
“Ogni episodio di ‘Underdogs’ esplora una specifica strategia di sopravvivenza, smontando preconcetti e svelando comportamenti inattesi.
L’episodio “Terrible Parents” analizza pratiche genitoriali controintuitive, come l’alimentazione con feci tipica dei koala.
“Sexy Beasts”, invece, segue le bizzarre corteggiamenti di un bowerbird australiano, che per conquistare la compagna accumula una collezione di oggetti recuperati, creando elaborate installazioni che ricordano un’odierna discarica artistica.
La serie si distingue per la sua rigorosa aderenza alla realtà.
Niente animazioni, trucchi o ricostruzioni: solo comportamenti animali documentati con precisione scientifica.
La comicità emerge dalla realtà stessa, spesso più sorprendente e inaspettata di qualsiasi finzione.
Questi piccoli protagonisti, con le loro storie di ingegno e resilienza, si rivelano più vicini all’esperienza umana di quanto non lo siano i simboli del potere e della maestosità naturale.
La serie pone una questione fondamentale: come cambia la nostra percezione della natura quando spostiamo l’attenzione dai “re” ai “pionieri”, dalle figure iconiche agli esseri marginali? Un’indagine che apre la strada a una nuova comprensione della biodiversità e invita a riflettere sul nostro ruolo all’interno di un ecosistema complesso e interconnesso.
E, naturalmente, lascia presagire l’arrivo di una seconda stagione, perché, come sottolinea il produttore, “il materiale per continuare a raccontare queste storie è inesauribile.
“