La retrospettiva romana dedicata a Salvador Dalí, in programma a Palazzo Cipolla dal 17 ottobre 2024 al 1 febbraio 2026, si configura come un’immersione esaustiva nel labirinto della mente di uno degli artisti più enigmatici e influenti del XX secolo.
L’esposizione, curata da Carme Ruiz González e Lucia Moni sotto la direzione scientifica di Montse Aguer, Direttrice dei Musei Dalí, non si limita a celebrare il centenario della sua prima mostra personale, ma intende svelare le complesse dinamiche che hanno plasmato la sua singolare visione artistica.
Dalí, figura cardine del Surrealismo, trascende i confini del movimento per forgiare un linguaggio profondamente personale, intriso di simbolismo onirico, precisione tecnica e un’inquietante ricerca di permanenza.
La mostra, organizzata con il sostegno della Fundació Gala-Salvador Dalí e dell’Ambasciata di Spagna, offre un percorso articolato in quattro sezioni, ciascuna dedicata all’influenza di un maestro che ha contribuito a definire l’estetica daliniana.
Velázquez, Vermeer e Raffaello, figure emblematiche del Rinascimento e del Barocco, rappresentano per Dalí non solo modelli stilistici, ma veri e propri punti di riferimento intellettuali, costanti di ispirazione che lo conducono a una riflessione sulla classicità e sulla storia dell’arte.
La ricerca di un’eredità culturale prestigiosa si manifesta nella sua tecnica meticolosa, nella composizione equilibrata e nell’utilizzo sapiente del chiaroscuro, elementi che lo avvicinano ai maestri del passato.
A questa venerazione per i classici si affianca un rapporto complesso e stimolante con Pablo Picasso, incontrato a Parigi nel 1926.
L’incontro con l’artista spagnolo segna un punto di svolta nel percorso creativo di Dalí, innescando un confronto serrato tra due titanici talenti, alimentato da una miscela di ammirazione, rivalità e desiderio di superamento.
L’eredità picassiana si percepisce nell’audacia sperimentale, nella capacità di scomporre la realtà e di reinventare il linguaggio visivo.
La mostra non si limita a presentare oltre sessanta opere tra dipinti e disegni, ma arricchisce il percorso espositivo con documenti fotografici e audiovisivi, offrendo al pubblico una visione d’insieme della parabola artistica di Dalí, esplorando le sue profonde connessioni con la scienza, la letteratura, la filosofia e il cinema.
L’approccio multidisciplinare di Dalí, la sua incessante ricerca di nuove forme espressive, la sua volontà di sfidare le convenzioni estetiche e sociali, emergono con forza in questo omaggio al suo genio poliedrico e controverso.
La retrospettiva romana si preannuncia un’occasione unica per comprendere la complessità di un artista che ha saputo trasformare i sogni e le angosce del suo tempo in un linguaggio universale.