Il ruggito dei motori ha soppiantato l’eco degli zombi e il sorriso enigmatico di una bambola tecnologica al box office nordamericano e globale. “F1”, l’ambizioso progetto di Apple Original Films, ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, segnando un debutto a dir poco fenomenale con 55,6 milioni di dollari in Nord America e un impressionante 144 milioni a livello mondiale. Questo risultato non solo consolida il tentativo di Apple di affermarsi come protagonista indiscusso nel panorama cinematografico, ma ridefinisce anche i parametri di successo per una compagnia tecnologica che si avventura in un settore tradizionalmente dominato da studi consolidati. I precedenti investimenti di Apple, come l’imponente “Killers of the Flower Moon” di Scorsese e “Napoleon” di Scott, pur apprezzati dalla critica, non avevano generato un impatto economico paragonabile. Il trionfo di “F1” suggerisce che, al di là delle ambizioni artistiche, il pubblico è pronto a premiare audaci innovazioni tematiche e stilistiche, a patto che siano presentate con la spettacolarità e la narrazione coinvolgente che il cinema di intrattenimento sa offrire. L’appoggio di figure di spicco come Lewis Hamilton e la Plan B di Brad Pitt, hanno contribuito a dare lustro e credibilità al progetto.Il secondo posto è occupato da “M3GAN 2.0”, il sequel dell’horror che aveva riscosso un notevole successo grazie alla partnership tra Universal e Blumhouse. Le aspettative iniziali proiettavano un incasso di 30 milioni di dollari, ma il film si è dovuto accontentare di soli 10,4 milioni in Nord America, un risultato deludente che solleva interrogativi sulla sostenibilità del franchise e sulla capacità di replicare il fascino originale.A contendere il podio troviamo due titoli destinati a un pubblico familiare: “Dragon Trainer”, l’adattamento live-action di DreamWorks, continua a volare alto, raggiungendo il traguardo dei 200 milioni di dollari in tre settimane, mentre “Elio”, la nuova avventura Pixar, fatica a decollare, accumulando solo 42 milioni di dollari in dieci giorni, un risultato inaspettatamente basso per gli standard di uno studio d’animazione di tale calibro, ormai parte del colosso Disney. Questo dato potrebbe riflettere una saturazione del mercato dei film d’animazione o una mancanza di risonanza tematica con il pubblico attuale.Chiude la top five “28 anni dopo”, l’horror distopico che risveglia la saga zombie britannica dal suo torpore decennale. Il film, firmato dal premio Oscar Danny Boyle e dallo sceneggiatore Alex Garland, ha incassato 9,5 milioni di dollari nel weekend, superando già i 50 milioni a livello globale e dimostrando che un approccio originale e sofisticato al genere horror può ancora trovare un pubblico attento e desideroso di nuove esperienze. Il successo, seppur moderato, apre la strada a possibili sequel o spin-off, confermando la capacità del cinema di reinventarsi e di recuperare storie dimenticate.