Il panorama dei media italiani nel 2024 rivela un quadro di resilienza e trasformazione, con un incremento complessivo delle entrate che ha superato i 12 miliardi di euro, segnando un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente.
L’analisi dettagliata, presentata dall’Agcom al Senato, evidenzia come questa crescita sia il risultato di una complessa interazione di fattori economici e di un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo dei contenuti informativi e di intrattenimento.
La componente trainante di questa ripresa è rappresentata dalla crescita dei ricavi provenienti da modelli di business basati su abbonamenti e pagamenti diretti per l’accesso a contenuti esclusivi.
Questo segmento, con un aumento del 4,3%, riflette un cambiamento strutturale nel modo in cui il pubblico fruisce dei media: la televisione online, in particolare, si conferma canale di crescita esponenziale, capitalizzando la crescente domanda di servizi on-demand e contenuti personalizzati.
L’offerta ibrida, che combina elementi gratuiti e a pagamento, sembra trovare un equilibrio efficace, attirando un pubblico ampio e diversificato.
Parallelamente, si assiste a una contrazione, seppur attenuata, nelle vendite di copie cartacee di quotidiani e periodici.
Questo dato, storicamente significativo per il settore, sottolinea l’accelerazione della transizione verso i media digitali, dove l’informazione è sempre più accessibile e fruibile su diverse piattaforme.
La sopravvivenza dei media tradizionali, in questo contesto, dipende sempre più dalla capacità di innovare e di offrire un valore aggiunto che vada oltre la semplice erogazione di notizie.
I ricavi pubblicitari, con un incremento del 2,6%, contribuiscono in modo significativo alla crescita complessiva.
La buona performance di televisione e radio, nonostante le sfide poste dalla concorrenza digitale, dimostra la persistente importanza di questi mezzi di comunicazione per raggiungere un pubblico ampio e diversificato.
Tuttavia, è evidente che anche in questo settore la competizione è sempre più agguerrita, con l’emergere di nuove piattaforme pubblicitarie e la frammentazione dell’audience.
Infine, i fondi pubblici, in crescita del 1,7%, restano una componente fondamentale per sostenere il servizio pubblico radiotelevisivo, con una quota preponderante derivante dal canone Rai.
L’efficienza nella gestione di queste risorse e la loro capacità di garantire un’offerta di qualità e pluralismo informativo rimangono questioni cruciali per il futuro del sistema mediatico italiano.
La relazione Agcom pone l’accento sulla necessità di un monitoraggio costante di queste dinamiche, per garantire un ecosistema mediatico sostenibile, innovativo e al servizio della collettività.
L’evoluzione del mercato richiede una riflessione approfondita sulle politiche di sostegno ai media, sulla promozione della concorrenza e sulla tutela della libertà di espressione.