Dopo un’attesa di quasi mezzo secolo, il Teatro alla Scala accoglie nuovamente “Norma” di Vincenzo Bellini, un’opera che ha segnato profondamente la storia del teatro milanese. Il debutto assoluto nel 1831, pur accolto con riserve, ha gettato le basi per interpretazioni leggendarie, come quelle di Maria Callas, divenuta icona indiscussa del ruolo, e successivamente di Monserrat Caballé.L’attualità, in questi tempi segnati da tensioni geopolitiche e conflitti globali, risuona in modo inquietante nel grido di ribellione del coro “Guerra, guerra”, evocando echi lontani ma potenti. Il regista Olivier Py, noto per la sua sensibilità e profondità interpretativa, sottolinea come l’opera, pur non sia influenzata direttamente dagli eventi contemporanei, stabilisca un legame sorprendente tra la scena e il mondo esterno, una sorta di “magia” intrinseca all’arte operistica. Py, che ha curato la regia di oltre cinquantuno opere, ne sottolinea l’importanza cruciale, un patrimonio da proteggere e preservare perché, come egli stesso afferma, “il livello di democrazia si misura dalla cultura”.La regia di Py ambienta “Norma” in un contesto storico significativo: il 1831, un periodo segnato dalla fine del Risorgimento e da un timido accendersi di speranze per l’Italia. Questa scelta scenica offre una chiave di lettura originale, spostando l’attenzione dalla cornice storica originaria – i Galli e i Romani – per proiettare l’opera in un’epoca di transizione e di fermento politico. La tragedia di Alexandre Soumet, da cui Bellini trasse l’ispirazione, presenta una parallela figura femminile, Medea, spinta a un atto di vendetta estrema attraverso l’infanticidio. Tuttavia, nel libretto di Felice Romani, Norma evolve in una figura più complessa e profondamente umana, una donna italiana dell’Ottocento che, pur dilaniata dal dolore e dal tradimento, si sottrae all’atto estremo e sceglie la salvezza dei figli. Questo percorso interpretativo evoca in modo naturale il genio di Maria Callas, interprete indimenticabile di entrambe le figure.Marina Rebeka, soprano lettone di notevole talento, assume il ruolo di Norma, affrontando una sfida impegnativa e consapevole del peso della tradizione. Già precedentemente alle prese con il fantasma di Callas nella veste di Medea, Rebeka si prepara ad un’esecuzione che dovrà superare le aspettative e resistere al rischio di contestazione. Adagisa, interpretata da Vasilisa Berzhanskaya, incarna l’antagonista e l’alter ego di Norma, mentre Freddie De Tommaso darà voce a Pollione, un uomo tormentato tra due amori, e Michele Pertusi, con la sua esperienza, impersonerà il padre di Norma, Oroveso.Il Maestro Fabio Luisi, direttore d’orchestra di fama internazionale, guida l’esecuzione, sottolineando l’importanza di “Norma” come pilastro del repertorio romantico. Luisi evidenzia come l’orchestrazione belliniana, ricca di sfumature e di pathos, abbia profondamente influenzato anche Wagner, elevando la musica da semplice accompagnamento vocale a vera e propria espressione emotiva. L’esecuzione musicale sarà basata sull’edizione critica curata da Roger Parker per Casa Ricordi, garantendo un’interpretazione fedele e rigorosa dell’opera.