RIV4LI, l’inedita serie targata Netflix e Stand by Me, presentata in anteprima mondiale al Giffoni Film Festival, cattura l’eco di un sentimento diffuso tra i giovani: il disincanto, la sensazione di una vita che, a tratti, si rivela aspra e inattesa.
Tuttavia, l’entusiasmo dei protagonisti – Samuele Carrino, Kartika Malavasi, Edoardo Miulli e Melissa Di Pasca – testimonia una resilienza profonda, una capacità di trovare bellezza e significato anche all’interno di un panorama complesso.
Nata dall’ingegno di Simona Ercolani e magistralmente diretta da Alessandro Celli, RIV4LI si inserisce nell’universo narrativo di Di4ri, ampliendone i temi e approfondendone le sfumature.
Ercolani, visibilmente orgogliosa del suo nuovo progetto, ne svela il cuore pulsante: l’esplorazione della dialettica tra esclusione e accettazione.
La serie si articola attorno alla creazione di due microcosmi sociali, delineati con chiarezza – i “dentro” e i “fuori” – dove, nelle prime battute, si manifestano dinamiche di appartenenza e di contrapposizione.
Il messaggio centrale, che emerge progressivamente, è la constatazione che le affinità umane trascendono le barriere ideologiche e le divisioni apparenti.
La mancata conoscenza, la chiusura mentale, si configurano come i veri ostacoli all’armonia relazionale, sia tra i giovani protagonisti che tra gli adulti che li circondano.
Un semplice gesto di apertura, un passo avanti verso l’altro, può generare un cambiamento radicale, migliorando significativamente la qualità delle relazioni e la percezione della vita.
Samuele Carrino, volto emergente e già noto al pubblico di Giffoni per la sua performance nel toccante “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, interpreta un personaggio che lo vede affrontare una sfida interpretativa inedita.
Il suo ruolo, Claudio, è ben lontano dagli stereotipi del bullo.
Pur manifestando comportamenti aggressivi e prepotenti, Claudio è segnato da una profonda solitudine e da una famiglia disfunzionale, dove la comunicazione è sostituita da silenzi e da istruzioni impersonali, come quelle riportate su un biglietto per la preparazione di pietanze congelate.
Carrino sottolinea l’importanza di non assolvere i comportamenti del suo personaggio, ma al contempo evidenzia la possibilità di una redenzione, di una presa di coscienza che lo porterà a interrogarsi sulle sue azioni.
Rivelando i suoi gusti cinematografici, l’attore confessa una passione eclettica, nutrito da una curiosità insaziabile.
Tra i suoi eroi, spicca un nome: Favino, attore che rappresenta per lui un modello di professionalità e talento, alimentando il sogno di una futura collaborazione.
La serie, così, diventa anche lo specchio di un desiderio professionale, un’aspirazione che illumina il percorso di un giovane artista desideroso di misurarsi con nuove sfide e di esprimere al meglio il proprio potenziale.