giovedì 11 Settembre 2025
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Monte Sant’Angelo: la metro-opera che incanta Napoli.

La nuova stazione della metropolitana di Monte Sant’Angelo a Napoli si configura come un’esperienza immersiva, un crogiolo inaspettato di scultura monumentale e architettura funzionale, concepito per trasportare il viaggiatore in un percorso iniziatico, un vero e proprio viaggio simbolico nel cuore della città.

L’artista Anish Kapoor, autore del progetto, descrive l’opera come un tentativo di sondare il significato profondo di una discesa sottoterra, un’esplorazione che affonda le radici nella storia vulcanica e mitologica del territorio.

Il progetto, nato agli inizi del 2000 sotto la guida del presidente regionale Antonio Bassolino, ha superato vent’anni di attesa, segnati da complesse vicende burocratiche e difficoltà finanziarie.

L’inaugurazione, finalmente raggiunta, prelude all’entrata in esercizio della stazione entro un mese, un evento che promette di trasformare radicalmente l’esperienza del pendolarismo napoletano.
Il percorso si articola attorno a due nuclei principali, due “porte” monumentali che accolgono i passeggeri, rispettivamente nel campus universitario Federico II e nel quartiere Rione Traiano.
Entrambe le aperture, concepite come bocche colossali, evocano il mito della Sibilla Cumana, figura chiave dell’Eneide, e conducono in un ambiente sotterraneo che rimanda alla discesa agli Inferi, un immaginario onirico reso ancora più suggestivo dalla pavimentazione in spritz-beton, che evoca la materia grezza di una caverna.
La struttura monumentale situata nell’area universitaria, un’opera titanica di 220 tonnellate e 19 metri d’altezza, incornicia le scale mobili, guidando il passeggero in un percorso scenografico.
La seconda “bocca”, collocata a Rione Traiano, pur di dimensioni inferiori (11 metri d’altezza e 42 tonnellate di peso), mantiene la stessa forza evocativa.
Kapoor, nel suo approccio multidisciplinare, ha voluto creare un’opera d’arte totale, democratica, accessibile a tutti, un luogo di transito che si eleva a esperienza culturale.
Il progetto, pur ispirandosi alla tradizione scultorea, si integra perfettamente con la funzionalità di una stazione della metropolitana, offrendo soluzioni innovative come ascensori diagonali che alleggeriscono l’esperienza del viaggio.
L’artista ha espresso come l’eredità di Bombay, luogo delle sue origini, si intrecci con la storia millenaria di Napoli, creando un linguaggio artistico ibrido, capace di fondere influenze culturali diverse.

Il risultato è un ambiente che rimanda all’interno del Vesuvio, un viaggio metaforico nel cuore del vulcano e della città.
La realizzazione dell’opera è stata affidata a Webuild, già protagonista nella costruzione di altre stazioni iconiche della metropolitana napoletana, come Toledo, Dante e Museo.
Un aneddoto, venuto meno durante la visita, ha visto il governatore De Luca cedere a una gaffe, corretta prontamente, riguardante l’identità della traduttrice accompagnatrice, inizialmente presentata come figlia dell’artista, per poi essere riconosciuta come sua compagna, Oumaima Boumoussaoui.

Un episodio che, con un sorriso, ha sottolineato la creatività e l’inattesa vivacità dell’artista e della sua accompagnatrice.
Il progetto, quindi, non è solo un’opera d’arte, ma anche un terreno di incontro e di scambio culturale, un ponte tra due mondi apparentemente distanti.

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