La scomparsa di Robert Wilson, figura poliedrica e titanica nel panorama artistico mondiale, lascia un vuoto incolmabile.
Nato a Waco, Texas, nel 1941, Wilson, che avrebbe compiuto ottantacinque anni in autunno, ci ha lasciato un’eredità complessa e profondamente innovativa.
L’annuncio, sobrio ed elegante, una fotografia in bianco e nero con la data di nascita e di morte – un sigillo sull’impronta indelebile che ha lasciato – è stato diffuso attraverso il suo sito web, testimonianza della sua stessa, curata estetica.
Robert Wilson non si definiva semplicemente regista, drammaturgo, attore o artista visivo.
Era un visionario, un architetto di mondi sospesi tra sogno e realtà, un maestro della lentezza e dell’attesa.
Il suo teatro, concepito come una *Gesamtkunstwerk*, un’opera d’arte totale, trascende i confini tradizionali, incorporando elementi di danza, musica, scenografia, costumi, luci e video in un’esperienza immersiva e sensoriale.
Ogni dettaglio era meticolosamente orchestrato, ogni movimento calibrato, ogni suono ponderato, al fine di creare un’atmosfera unica e suggestiva, capace di evocare emozioni profonde e complesse.
L’approccio di Wilson al teatro è radicalmente diverso dalla narrazione convenzionale.
Le sue opere spesso presentano trame frammentate, dialoghi minimali, e una forte enfasi sulla performance fisica e sulla presenza scenica degli attori.
Il tempo, nel suo universo artistico, si dilata, invitando lo spettatore a rallentare, a osservare, a contemplare, a lasciarsi trasportare dalle immagini e dalle sensazioni.
Questo approccio ha spesso suscitato reazioni contrastanti, tra ammirazione e incomprensione, ma ha costantemente sfidato le convenzioni teatrali e ha aperto nuove strade alla creatività.
Ma l’influenza di Wilson non si limita al teatro.
La sua visione estetica ha permeato la musica, con collaborazioni iconiche con artisti come Philip Glass, Tom Waits e Lou Reed, dando vita a opere innovative e sperimentali.
La sua estetica, caratterizzata da una rigorosa geometricità, un uso sapiente del chiaroscuro e una profonda attenzione alla fisicità umana, ha influenzato generazioni di artisti visivi, fotografi e filmmaker.
La sua capacità di fondere elementi disparati, di creare ponti tra culture diverse, di esplorare i confini della percezione umana, ha reso Robert Wilson una figura imprescindibile nel panorama culturale del nostro tempo.
La Scala, con la sua profonda sensibilità artistica, lo riconosce come un maestro che ha ampliato i confini della creatività, lasciando un’eredità che continuerà a ispirare e a provocare per le generazioni future.
La sua opera, un viaggio affascinante e spesso enigmatico, rimarrà a testimonianza di un genio capace di reinventare il linguaggio dell’arte.