Steve Martin, icona indiscussa della comicità americana, si appresta a celebrare gli ottant’anni il 14 agosto, un traguardo che lo vede ancora vivido, prolifico e straordinariamente curioso.
Lungi dall’abbracciare un’esistenza contemplativa, Martin sembra aver trovato nella continua esplorazione artistica e performativa la linfa vitale per un’età matura irriverente.
La sua recente dichiarazione, scherzosa ma rivelatrice, riguardo all’Ozempic e alle frequenti visite al McDonald’s, illustra la sua capacità di affrontare l’invecchiamento con un umorismo autoironico e provocatorio.
La sua traiettoria artistica è un caleidoscopio di esperienze e influenze.
Dalle prime esperienze come venditore di guide turistiche a Disneyland e illusionista in un negozio di magia, Steve Martin ha saputo costruire un percorso unico che lo ha portato a diventare un pilastro della comicità americana.
La sua formazione è intrisa di ispirazioni che vanno da Charlie Chaplin a Laurel e Hardy, da Jerry Lewis a Woody Allen, figure che hanno plasmato il suo stile nonsense e surreale, caratterizzato da gag visive inaspettate, giochi linguistici audaci e l’inconfondibile suono del banjo.
Gli anni Settanta lo vedono emergere con forza nei club di cabaret e nel mitico Saturday Night Live, dove il suo umorismo, radicalmente nuovo, conquista il pubblico.
Gli anni Ottanta e Novanta consolidano la sua carriera, segnando il successo di film come *Roxanne*, *Parenthood*, *Planes, Trains and Automobiles* e *Father of the Bride*.
L’avvento del nuovo millennio lo vede impersonare con maestria Jacques Clouseau nella rivisitazione dei *Pantera Rosa*, dimostrando una versatilità interpretativa notevole.
Steve Martin non è solo un comico, ma un artista poliedrico.
Scrittore di sceneggiature brillanti, romanziere arguto e musicista bluegrass di talento, ha saputo conquistare un pubblico vastissimo, influenzando generazioni di comici, da Tina Fey a Steve Carell, da Conan O’Brien a Jon Stewart, fino a Stephen Colbert.
Il banjo, per lui, è più di un semplice strumento musicale; è un linguaggio espressivo che gli permette di comunicare emozioni e sensazioni in modo unico.
La sua recente partecipazione alla serie Hulu/Disney+ *Only Murders in the Building*, accanto a Martin Short e Selena Gomez, ha segnato un ritorno trionfale sulla scena, dimostrando la sua capacità di reinventarsi continuamente.
Il trio, caratterizzato da un’irresistibile combinazione di mistero, ironia e malinconia, ha riconfermato il suo status di icona culturale.
A ottant’anni, padre tardivo di una figlia tredicenne, Steve Martin continua a dimostrare che la comicità è un’arte senza età, un’espressione vitale che si nutre di curiosità e di una continua ricerca di nuove forme espressive.
La sua passione per l’arte visiva, testimoniata da una collezione eclettica che spazia da Ed Ruscha a Pablo Picasso, da Roy Lichtenstein a Edward Hopper, rivela una sensibilità artistica raffinata e una capacità di apprezzare la bellezza in tutte le sue forme.
La sua recente conduzione di un tour virtuale alla Frick Collection, riaperta dopo un importante restauro, è la prova tangibile della sua profonda conoscenza e amore per l’arte.
Steve Martin è, oggi, molto più di un comico: è un intellettuale ironico, un artista eclettico e una fonte inesauribile di ispirazione.