La 82ª Mostra del Cinema di Venezia si preannuncia un crocevia di generi, tensioni e presenze stellari, segnata da un’ombra politica che ne influenza le dinamiche.
Se da un lato l’attesa per le proiezioni e l’effervescenza dei red carpet promettono spettacolo, dall’altro il conflitto israelo-palestinese innesca un dibattito acceso e pone interrogativi sulla responsabilità culturale e sull’etica della rappresentazione.
L’assenza di Gal Gadot, attrice israeliana protagonista di *In the hand of Dante* di Julian Schnabel, è il sintomo più evidente di questa frattura.
Richieste di boicottaggio e pressioni da parte di gruppi come Venice4Palestine hanno reso la sua partecipazione impraticabile, riflettendo un clima di crescente sensibilità verso le questioni geopolitiche e le loro implicazioni nel mondo dell’arte.
Anche Gerard Butler sembra aver declinato l’invito, suggerendo un’atmosfera di cautela e consapevolezza politica tra le personalità del settore.
Nonostante queste assenze, il Lido si prepara ad accogliere un parterre di star internazionali, pronte a brillare tra eventi esclusivi e proiezioni in concorso.
George Clooney, Laura Dern e Adam Sandler sono al centro delle attenzioni con *Jay Kelly* di Noah Baumbach, una dramedy che esplora il percorso emotivo di una celebrità europea, un viaggio costellato di tappe italiane.
Jim Jarmusch presenta *Father Mother Sister Brother*, un film ad episodi che affronta i complessi rapporti familiari, con un cast di eccellenza guidato da Cate Blanchett, affiancata da Adam Driver, Tom Waits e Charlotte Rampling.
Il catalogo della Mostra si preannuncia ricco di proposte artistiche stimolanti.
Jude Law si cala nei panni di un Vladimir Putin in ascesa nel thriller politico *Il mago del Cremlino* di Olivier Assayas.
Amanda Seyfried incarna una figura carismatica in *The testament of Ann Lee* di Mona Fastvold, mentre Yorgos Lanthimos riaccende la collaborazione con Emma Stone in *Bugonia*, una satira tragicomica che mette in discussione i confini tra realtà e finzione.
Il genere fantastico e l’horror occupano un posto di rilievo: Oscar Isaac e Jacob Elordi reinterpretano il mito di Frankenstein nella visione gotica di Guillermo del Toro, mentre Mia Goth e Christoph Waltz completano un cast di tutto prestigio.
Lea Seydoux e Tony Leung intrecciano le loro storie in *Silent friend*, opera intima e suggestiva firmata da Ildiko Enyedi.
Dwayne Johnson, abbandonando il suo ruolo di eroe d’azione, dà volto a un campione di arti marziali miste in *The Smashing Machine* di Benny Safdie, supportato dalla presenza di Emily Blunt.
Idris Elba e Rebecca Ferguson sono protagonisti di una corsa contro il tempo in *The house of dynamite* di Kathryn Bigelow, un thriller che affronta temi di attualità.
La sezione fuori concorso vede la presenza di Al Pacino, co-protagonista con Bill Skarsgard in *Dead Man’s Wire* di Gus Van Sant, un thriller ispirato a una vicenda vera.
Mads Mikkelsen incarna un personaggio enigmatico in *The last viking* di Anders Thomas Jensen, mentre il film di chiusura, *Chien 51* di Cédric Jimenez, promette un’esplosione di talento francese.
La sezione Orizzonti offre una prospettiva inedita su figure iconiche, con Noomi Rapace che interpreta Madre Teresa di Calcutta in *Mother* di Teona Strugar Mitevska.
Willem Dafoe arricchisce il panorama con due interpretazioni distintive: in *The Souffleur* incarna un direttore d’albergo in cerca di salvezza, mentre in *Late fame* dà volto a un poeta riscoperto.
La 82ª Mostra si configura dunque come un evento complesso, un crocevia di emozioni, idee e sfide, destinato a lasciare un segno significativo nel panorama culturale internazionale.