20 dicembre 2023 – 20:46
Dopo oltre 130 anni, la Trinità di Pietro da Cortona torna a risplendere nella cupola di Santa Maria in Vallicella, conosciuta come la Chiesa Nuova a Roma. Questo affresco fu donato da Gregorio XIII a Filippo Neri nel XVI secolo come riconoscimento per il suo lavoro di assistenza ai pellegrini. Il corpo del santo riposa nella sontuosa Cappella posta a sinistra dell’altare, mentre Pietro da Cortona decorò la volta con il Miracolo della Madonna, la cupola con il Trionfo della Trinità e l’abside con l’Assunta e Santi. Inoltre, l’altare maggiore venne impreziosito dalla pala Angeli in Venerazione della Madonna di Rubens, autore anche delle due tele laterali.Ora tutte queste opere saranno restaurate grazie all’intervento della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro e finanziata dal Fondo Edifici di Culto. Un primo “miracolo” è già stato compiuto: la gigantesca cupola di 300 metri quadrati realizzata da Pietro da Cortona è stata completamente riportata alla sua antica bellezza. Durante i lavori di restauro sono stati corretti anche gli interventi effettuati nel 1893, quando si eseguì l’ultimo restauro completo della cupola.L’intervento d’emergenza fu necessario dopo che un frammento dell’affresco si staccò durante una funzione religiosa. Per questo motivo è stata eretta un’enorme impalcatura alta 42 metri. A partire dal 7 gennaio, l’impalcatura inizierà a scendere di livelli per continuare le verifiche e i monitoraggi necessari al restauro degli altri affreschi presenti nella navata centrale, sui lati e nell’abside. Anche la Madonna dipinta a olio su tavola di ardesia, la seconda commissione realizzata da Rubens durante il suo soggiorno a Roma, sarà oggetto dei restauri.L’equipe di specialisti coordinata dall’architetta Alessandra Fassio ha curato i lavori sugli affreschi. Oggi sono stati illustrati ai ministri degli Interni e della Cultura, Matteo Piantedosi e Gennaro Sangiuliano. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della tutela della libertà di culto e delle libertà civili rappresentate dalla Chiesa Nuova e dalle chiese italiane in generale. Le chiese italiane costituiscono infatti un punto cardinale nella geografia identitaria della Nazione, essendo luoghi che rappresentano un’unica bellezza nel mondo.Gli affreschi sono stati messi in sicurezza anche attraverso interventi sulla parte esterna della cupola e l’installazione di sensori idrologici. Inoltre, verranno valorizzati da un sistema di illuminazione scenografica. Saranno anche realizzati dei video per permettere ai visitatori di ammirare da vicino i dettagli del dipinto che si presenta come un “empireo” visto dalla navata ma che rivela ancora più sfumature nella visione ravvicinata.I restauratori hanno curato le lunghe ferite dei tratti di affresco crepati, pulendo i colori dai depositi di polvere, fumi e cere che si erano accumulati sulla cupola. Questi lavori testimoniano in modo esemplare l’azione volta alla conservazione di una storia che appartiene a tutti e continua a suscitare meraviglia. La soprintendente speciale, Daniela Porro, ha elogiato il lavoro “memorabile” svolto in questi anni insieme al Fondo Edifici di Culto e alla Congregazione Oratoriana.