26 dicembre 2024 – 11:45
Mio padre, uomo di 94 anni, ha trascorso alcuni giorni in ospedale, dove è stato sottoposto a cure che hanno destato preoccupazione in me e nella mia famiglia. Il ricovero è avvenuto a seguito di una fibrillazione atriale diagnosticata al pronto soccorso del Mauriziano, che ha portato il paziente nel reparto di medicina interna. La situazione si è fatta critica quando mio padre ha iniziato a delirare, richiedendo l’intervento urgente dei medici. Tuttavia, la scelta di sedarlo pesantemente e legarlo al letto per contenere il suo stato confusionale ci ha lasciati sgomenti.Ritengo che un approccio diverso sarebbe stato più umano ed efficace: anziché ricorrere alla sedazione e alle misure restrittive, l’assistenza di uno psichiatra avrebbe potuto offrire un supporto mirato e rispettoso della dignità del paziente. È fondamentale che nei confronti degli anziani vi sia una maggiore sensibilità e attenzione personalizzata, riducendo l’eccessiva medicalizzazione a favore di interventi più umani e individualizzati.La terapia farmacologica somministrata a mio padre ha generato effetti collaterali indesiderati, causando uno stato confusionale persistente e compromettendo la sua lucidità mentale. L’aggiunta della quietapina alla lista dei farmaci prescritti ha ulteriormente peggiorato la situazione, inducendo un sonno prolungato e privando mio padre della sua vitalità.È cruciale riflettere sulle decisioni terapeutiche assunte nei confronti degli anziani fragili, valutando attentamente gli interventi da adottare per garantire loro benessere e qualità di vita. La vicinanza dei familiari e il coinvolgimento attivo nella gestione delle cure possono fare la differenza nel garantire un trattamento rispettoso e adeguato alle esigenze specifiche di ciascun individuo.