Dal rock di Vasco Rossi al rap di Fabri Fibra, il documentario musicale affascina e coinvolge.

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28 dicembre 2023 – 12:14

La potente attrazione della nostalgia ci cattura come una sirena che emerge appena dal titolo, evocando il nome di un grande del passato. Allo stesso tempo, la scoperta di questi personaggi leggendari affascina le nuove generazioni, che li sentono nominare dai grandi come se fossero leggende intoccabili. E poi ci sono i social media, soprattutto TikTok e YouTube, che nella frenesia della vita digitale ci offrono tutto con noncuranza, livellando ma anche offrendo nuove opportunità di riscoperta soprattutto per i giovani. È un dato di fatto che i biopic musicali siano diventati uno dei generi più popolari nel mondo dei documentari, con successo al cinema, in TV e sulle piattaforme digitali. I nuovi titoli vengono presentati in anteprima nei festival e poi si diffondono rapidamente grazie al passaparola. In attesa dell’uscita su Disney+ del documentario dedicato al mito nazionale Raffaella Carrà, diretto da Daniele Luchetti (regista de “Il Portaborse”, “La Scuola” e “Mio fratello è figlio unico”), che apparentemente sembra distante dal mondo della Carrà (ma chi può dirsi obiettivamente distante da lei?), domani arriverà su Netflix il documentario su Enzo Jannacci, intitolato ‘Vengo anch’io’, diretto da Giorgio Verdelli e presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia. Il 1 gennaio sarà invece trasmesso su Rai 3 il documentario su Giorgio Gaber, intitolato ‘Io, noi e Gaber’, diretto da Riccardo Milani. Si tratta del film-evento più visto del 2023 e avrà la sua prima serata alle 21.20 su Rai 3. Inoltre, il 7 gennaio sarà presentato sempre su Rai 3 il documentario sui Nomadi, intitolato ‘Nomade che non sono altro’, in occasione dei loro sessant’anni di attività. Chi non riuscirà a vederli in diretta potrà usufruire del servizio Rai Play per recuperarli successivamente. ‘Enzo Jannacci Vengo anch’io’, sotto la guida del figlio musicista Paolo, è un ritratto prezioso e appassionato che, a dieci anni dalla scomparsa dell’artista milanese, ci mostra ancora una volta l’anima eclettica e surreale di questo cantautore unico nel suo genere. Il documentario ci sorprende con una colonna sonora che rappresenta la colonna musicale della vita stessa, partendo dalla celebre marcia che dà il titolo al film fino a brani come “Ci vuole orecchio”, diventati leggendari grazie alle collaborazioni con Cochi e Renato. I momenti salienti della sua carriera artistica, le collaborazioni con l’amico Giorgio Gaber e con Dario Fo, così come le sue avventure sui palcoscenici dei teatri e nelle cantine, vengono raccontati in prima persona attraverso le sue parole tratte da un’intervista inedita rilasciata nel 2005 proprio a Giorgio Verdelli. Il 1 gennaio su Rai 3 sarà trasmesso il documentario su Giorgio Gaber, un altro grande artista che non può essere dimenticato. Gaber ha lasciato un’impronta profonda nella storia culturale del nostro paese durante gli anni ’60 e ’70, quando Milano era il centro intellettuale più fertile. A vent’anni dalla sua scomparsa, il documentario scritto e diretto da Riccardo Milani ci mostra un Gaber vivo e incisivo, lontano dalla polvere del tempo. Milani racconta con affetto da fan la figura di questo grande artista e lascia spazio alle testimonianze di colleghi e artisti che lo hanno conosciuto ed amato, come Bisio e Fossati. Infine, il 7 gennaio sarà presentato su Rai 3 il documentario sui Nomadi, una band mitica nata tra Modena e Reggio Emilia negli anni ’60 grazie all’incontro tra Beppe Carletti e Augusto Daolio. Il loro esordio avviene nel 1963 con il nome “Nomadi”. Nel 1966 inizia

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