Decisione di dissociarsi dagli accordi con atenei israeliani: un passo verso la coerenza valoriale internazionale

Date:

27 febbraio 2025 – 03:45

La decisione di Culture Politiche e Società di dissociarsi dall’accordo con gli atenei israeliani è stata il risultato di un voto favorevole espresso dopo la presentazione di una mozione da parte di rappresentanti delle associazioni studentesche. Questa iniziativa, che era stata già proposta con successo nel giugno precedente, ha segnato un importante passo avanti nel panorama accademico torinese. Nonostante l’accordo non sia stato rescisso completamente, poiché era stato firmato dai rettori degli atenei e non dai singoli Dipartimenti, Culture Politiche e Società ha deciso di prendere una posizione chiara su questo tema. La votazione ha visto 54 voti favorevoli, 17 contrari e 6 astenuti, sottolineando così la volontà del Dipartimento di distinguersi dagli accordi controversi.L’accordo tra i due atenei era stato negoziato diversi anni prima e rinnovato nel 2022, ma solo nel novembre 2023 è emersa la parte specifica che coinvolgeva i singoli Dipartimenti. È importante notare che questa decisione non ha comportato alcun viaggio o partenza verso Israele per motivi di sicurezza legati al contesto bellico in corso. In pratica, la mozione adottata ha avuto un impatto limitato sulle attività accademiche quotidiane.Tuttavia, il significato politico della mossa non può essere sottovalutato. Si tratta del segnale più forte all’interno dell’Università di Torino dall’inizio del conflitto in corso. La mozione stessa è inequivocabile nelle sue affermazioni: le università israeliane sono accusate di promuovere attivamente la propaganda bellica, ospitare zone addestrative militari nei loro campus e favorire il reclutamento attraverso incentivi economici e sociali al personale militare.Questa presa di posizione riflette una consapevolezza crescente riguardo alle implicazioni etiche delle collaborazioni accademiche internazionali e pone l’accento sulla responsabilità delle istituzioni nell’affrontare questioni sensibili legate ai diritti umani e alla pace globale. La decisione assunta da Culture Politiche e Società rappresenta un passo significativo verso una maggiore coerenza tra valori accademici e impegno civile a livello internazionale.

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