21 dicembre 2024 – 03:30
L’assoluzione di Matteo Salvini da parte del tribunale di Palermo in merito alla vicenda della nave Open Arms ha generato una profonda delusione e sgomento. Cinque anni sono trascorsi dall’episodio, ma il ricordo delle sofferenze inflitte alle persone a bordo rimane vivido e struggente. Rossella Miccio, Presidente di Emergency, era presente sulla nave dell’ong spagnola durante quei diciannove lunghi giorni di attesa per lo sbarco, un’autorizzazione che le autorità italiane guidate all’epoca da Salvini negarono ripetutamente.La decisione di salire a bordo della Open Arms fu dettata dalla richiesta di aiuto pervenuta e così Miccio insieme ad uno psicologo e un mediatore si trovò ad affrontare una situazione estrema. La frustrazione e l’impotenza dell’equipaggio davanti alla mancanza di assunzione di responsabilità da parte delle autorità italiane si rivelarono devastanti. Persone disperate si lanciavano in acqua, mettendo a repentaglio la propria vita pur di sfuggire alle condizioni disumane a bordo.I naufraghi erano consapevoli dei rischi che correva chi decideva di gettarsi tra le onde senza nemmeno saper nuotare, ma preferivano tale destino piuttosto che restare intrappolati su quella nave infernale. Tuttavia, per il tribunale “il fatto non sussiste”, il reato sembra non essere configurabile secondo la legge italiana. Resta ora la curiosità bruciante nel conoscere le motivazioni che hanno portato i giudici a questa decisione, cercando di comprendere fino in fondo come sia possibile che tali azioni non siano considerate punibili dalla legge vigente.