27 novembre 2024 – 08:20
La depressione post partum non deve mai essere considerata una scusante per l’infanticidio, ma rappresenta un importante fattore di rischio da tenere in considerazione. Francesca Lesmo, esperta in psicologia clinica e psicoterapia psicoanalitica dell’età evolutiva, analizza la tragica vicenda di Nole, Ivrea, individuando possibili cause. Nonostante non vi sia un aumento significativo dei casi di depressione post partum secondo le statistiche, è innegabile che sempre più donne si trovino sole dopo il parto. Questo si traduce in una crescente solitudine per le neo mamme, le quali affrontano profondi cambiamenti nella loro quotidianità senza adeguato supporto.I campanelli d’allarme da tenere sotto controllo includono persistente angoscia, incapacità di affrontare la giornata con energia e la costante ricerca della perfezione accompagnata dalla paura di commettere errori. Inoltre, la mancanza di disponibilità a condividere il proprio stato d’animo può rivelarsi un segnale importante di disagio emotivo.Non tutte le donne affette da depressione post partum arrivano a compiere gesti estremi come l’infanticidio, ma è indubbio che questo disturbo le renda più vulnerabili alla disperazione. Il tentativo di suicidio può rappresentare l’estremo tentativo di porre fine alla solitudine e alla sofferenza legate all’idea dell’infanticidio.La società dovrebbe prestare maggiore attenzione agli effetti a lungo termine della genitorialità e offrire un supporto continuativo alle neo mamme. Attualmente, i corsi pre-parto sono diffusi ma mancano servizi pratici e psicologici post-parto adeguati. I servizi territoriali risultano spesso carenti nel fornire risposte a tutte le donne che ne avrebbero bisogno, lasciando molte madri sole ad affrontare questa delicata fase della vita senza adeguato sostegno.