19 marzo 2024 – 10:30
La gestione della risorsa idrica nei capoluoghi di provincia in Italia è un tema cruciale, con una media nazionale di dispersione del 36,2% che raggiunge addirittura il 42,2% considerando l’intero territorio italiano, come riportato dai dati più recenti dell’Istat del 2020. In particolare, nelle regioni meridionali e insulari si registra una dispersione superiore al 50% dei volumi d’acqua immessi nella rete idrica. Questo preoccupante scenario emerge dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato redatto dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.Analizzando da vicino alcune realtà locali, emerge che in Basilicata si perde addirittura il 62% della risorsa idrica disponibile, mentre la Valle d’Aosta si attesta al 23,9%. Tra i capoluoghi di provincia, spiccano negativamente Belluno e Latina con tassi di dispersione che superano il 70%, mentre Macerata si distingue positivamente con solamente il 9,8%.Dai risultati di un sondaggio condotto su un campione di 3.355 persone emerge che la metà dei cittadini ritiene insufficienti le informazioni sulla qualità dell’acqua potabile fornite attualmente e vorrebbe riceverne di più dettagliate direttamente tramite la bolletta.Per quanto riguarda chi preferisce acquistare acqua in bottiglia, la spesa media mensile si aggira tra i 20-25 euro per famiglia. Il 45% delle persone intervistate ritiene l’acqua in bottiglia più sicura e controllata rispetto a quella del rubinetto, percentuale che sale al 57% nelle regioni meridionali e insulari dove uno su quattro segnala ordinanze comunali sulla non potabilità dell’acqua di rete.